Gli ultimi episodi sono avvenuti a Foggia, ma le aggressioni e le violenze – in alcuni casi fino alla morte – nei confronti di medici, infermieri e personale sanitario sono in un aumento da tempo. Il governo, chiamato in causa dagli ordini professionali che da tempo lamentano anche altri problemi, prova a rispondere con proponendo di ” introdurre sempre l’arresto in flagranza di reato, anche differito”. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, al termine della riunione con tutti gli Ordini professionali sanitari, spiega di aver avuto un confronto con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sull’argomento. Schillaci ha aggiunto che “a breve ci sarà un confronto anche con le parti sindacali”.

“Oggi abbiamo avuto una riunione con tutti gli ordini professionali sanitari e anche il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato. Come governo – ha spiegato Schillaci – siamo intervenuti da subito contro questo che purtroppo è un problema annoso della sanità italiana. Lo scorso anno abbiamo aumentato le pene per chi commette violenza contro i sanitari e istituito la procedibilità d’ufficio, ma questo come è evidente non è più sufficiente”. Schillaci ha ha detto di aver incontrato ieri anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Voglio sottolineare – ha aggiunto – che i posti di polizia nell’ultimo anno sono aumentati in maniera significativa, e quindi il governo è assolutamente sul pezzo contro quello che è però anche un problema culturale”. Quindi, ha concluso, “bisogna in questo momento rapidamente trovare degli strumenti per contrastare questo fenomeno inaccettabile ai danni di chi è li per aiutare”.

“Ringraziamo il governo, e in particolare i ministri Schillaci e Nordio e il sottosegretario Marcello Gemmato, per aver condiviso ed essersi fatti carico della nostra proposta: introdurre l’arresto in flagranza differita per chi aggredisce un operatore sanitario. Ora un decreto legge per introdurre subito gli interventi necessari e urgenti – dice il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, – Sia l’incontro in tempi così rapidi sia quanto affermato dal ministro Schillaci, sia la sensibilità da sempre dimostrata al problema dal ministro Piantedosi, sono un segno dell’attenzione del governo a questa emergenza di sanità pubblica, che sta portando molti colleghi a dimettersi, esasperati dal clima di estrema insicurezza in cui sono costretti a lavorare. È necessario che ora questa attenzione – conclude – si traduca in un Decreto-legge, che definisca una serie di iniziative operative e normative, a carattere d’urgenza, che comprendano, oltre a sistemi di videosorveglianza, anche procedure di controllo e regolazione degli accessi alle strutture sanitarie e sistemi a garanzia della tutela personale degli operatori”.

Soddisfatti anche l’ordine professionale degli infermieri: “È condivisibile la proposta formulata oggi dal ministro Schillaci sull’arresto in flagranza di reato anche differito entro 48 ore contro chi commette violenze ai danni degli operatori” sanitari, dichiara Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi).. Secondo la Fnopi, però, sarebbe anche “necessario rafforzare le indicazioni per la procedibilità d’ufficio già prevista dal Governo nel decreto ‘bollette’. Si tratta di un percorso oggi poco utilizzato all’interno delle aziende e per questo abbiamo chiesto al ministro di rafforzare la sensibilizzazione in questo senso”. Quanto all’arresto in flagranza differito, commenta, “è un elemento importante per alleggerire la tensione di questi giorni e costruire un percorso culturale di sensibilizzazione dei cittadini rispetto all’utilizzo delle strutture del Servizio sanitario nazionale”.

“I gravi episodi di violenza di questi ultimi giorni contro medici e operatori sanitari hanno avuto la condanna da parte di tutto il mondo della sanità e l’impegno unanime della politica e delle istituzioni ad intervenire con determinazione. Ora però bisogna fare presto e passare dalle parole ai fatti – scrive in una nota il presidente Fiaso, la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere, Giovanni Migliore -. Ci sentiamo rassicurati dalle parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che, dopo un confronto con i colleghi di Governo, ha dichiarato che sarà adottato lo strumento della flagranza differita, una norma che noi chiedevamo da tempo. Un segnale non solo di attenzione, ma anche di concretezza e di reale vicinanza al mondo della sanità”

“Fiaso continua a chiedere – prosegue – che il dramma della violenza a danno dei sanitari sia affrontato con provvedimenti operativi come un problema di delinquenza e ordine pubblico, prevedendo l’arresto immediato dei violenti e più severe misure di deterrenza. Nessuna impunità per chi mette a repentaglio la salute pubblica. Il messaggio dev’essere semplice: chi sbaglia paga. Non possiamo aspettare oltre. Chi è impegnato a garantire il diritto alla tutela della salute deve sentirsi al sicuro. Non si può lavorare con la paura di minacce e aggressioni. Ogni medico, ogni infermiere, ogni operatore sanitario del servizio pubblico è patrimonio di tutti, perché esercita un compito che va oltre il semplice svolgimento di funzioni. Proteggere chi tutela la salute collettiva deve essere la priorità, non possiamo permetterci ulteriori fughe di personale dal servizio pubblico”, conclude Migliore.

“Le misure annunciate dal ministro della Salute Orazio Schillaci, quali l’arresto in flagranza di reato e l’aumento delle forze di polizia all’interno degli ospedali, sono deterrenti concreti per cercare di arginare nell’immediato il fenomeno delle aggressioni. Sarà però necessario esercitare i dovuti controlli per verificare azienda per azienda che le disposizioni vengano applicate e al contempo responsabilizzare le direzioni generali fornendo loro gli strumenti per creare un filtro agli accessi in ospedale da parte dei visitatori” – dichiara in una nota Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed – Non è più accettabile che si ripetano i fatti di Foggia”, aggiunge il leader del sindacato dei medici dirigenti del Servizio sanitario nazionale, ricordando che “lunedì 16 settembre daremo vita a una manifestazione davanti al Policlinico di Foggia insieme ai medici, ai dirigenti sanitari e agli infermieri per fare muro contro le aggressioni”.

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