Crime

“I casi di Emanuela Orlandi e Mirella vanno separati, questo è un intrigo a chilometro zero”: l’avvocato della famiglia Gregori in commissione d’inchiesta

Ascoltato ieri dalla commissione, l'avvocato Nicodemo Gentile, ha chiesto di secretare la sua seduta

“Un intrigo a chilometro zero”: l’avvocato Nicodemo Gentile ha definito così la scomparsa di Mirella Gregori, la 15enne risucchiata nel centro di Roma dal nulla il 7 maggio del 1983, dopo che un suo ex compagno di scuola, tale Alessandro, le citofonò per incontrarsi a Porta Pia. O almeno questo è ciò che disse Mirella a sua madre prima di chiudersi per sempre alle spalle la porta di casa.

Spesso la sua scomparsa è stata accostata a un altro mistero, quello della sparizione della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, avvenuta da lì a pochi giorni, tanto da far riunire le indagini sulle allora ragazzine in un’unica inchiesta. Ma si tratta soltanto di ipotesi mai verificate, tra cui le rivendicazioni di un gruppo criminale, il fronte turco anticristiano. E non è neanche detto che questo fantomatico fronte sia mai esistito. Di speculatori e depistatori professionisti ce ne sono stati tanti in questa vicenda, ma adesso, dopo 41 anni anni, le famiglie si aspettano che qualcosa venga fuori e hanno fiducia nella commissione parlamentare di inchiesta che indaga sulle due ragazze. Commissione a cui il legale della famiglia Gregori Nicodemo Gentile ha chiesto di separare definitivamente le due vicende, avendo per “molto tempo rappresentato un forzato e sbiadito derivato”.

Secondo quanto riferito all’Ansa dall’avvocato Gentile, la scomparsa di Mirella Gregori è “un intrigo consumato in un limitato dedalo di strade e vie, bar e parrocchie”. “Non é da escludere – sostiene il legale della famiglia – che chi ha citofonato a casa Gregori, in quel caldo pomeriggio di primavera, non fosse la stessa persona che poi Mirella ha incontrato presumibilmente al monumento al Bersagliere, ed è per questo che, con ragionamento corredato da concreti dati di sostegno, chiederemo alla Commissione di scandagliare, per quanto ancora possibile, le amicizie e le relazioni di Mirella. Una sua amica, infatti, ha parlato espressamente anche dinanzi alle Autorità dei ‘due mondi di Mirella’, uno con i suoi coetanei, nella cerchia del quale si collocano il fidanzatino di allora ed i suoi compagni di scuola, l’altro fatto di soggetti più adulti, legato alla frequentazione di Sonia De Vito, che era sì quasi coetanea di Mirella, ma aveva un fidanzato più grande. La custode di quel mistero lungo 15 minuti, perché tanto è durato, il 7 maggio 1983, l’ ultimo fitto dialogo di Mirella con la sua amica del cuore Sonia. Ci sono persone, che avevano comunque contatti con Mirella come sembrano dire anche i suoi diari, che non sono mai stati ascoltati: è arrivato dunque il momento di farlo, perché l’attività della Commissione potrebbe essere l’ultima occasione per afferrare quella verità che da oltre 40 anni sfugge a tutti“. Secondo l’avvocato, Mirella avrebbe vissuto come due vite: una semplice, fatta di scuola, coetanei e fidanzatino e l’altra meno trasparente legata alla sua amica Sonia De Vito e al suo fidanzato, oggi suo marito.

Ascoltato ieri dalla commissione, l’avvocato Nicodemo Gentile, ha chiesto di secretare la sua seduta. Ci sono, con ogni probabilità, dei nuovi elementi a lui noti su cui si dovrà indagare e che, com’è prassi, verranno trasmessi alla Procura di Roma che lavora in parallelo con la bicamerale per trovare insieme la soluzione al mistero.