Nonostante Kylian Mbappé sia da ormai qualche mese un giocatore del Real Madrid, l’attaccante francese deve ancora ricevere ben 55 milioni di euro dal Paris Saint-Germain. Il motivo è semplice: la commissione legale della Federcalcio francese ha condannato il club a pagare entro una settimana le ultime tre mensilità (aprile, maggio e giugno) non ancora versate all’ex calciatore. Il presunto patto verbale rivendicato dal PSG non è mai esistito. O meglio, non ci sono prove che ne certifichino la veridicità di eventuali termini pattuiti.

Il presunto patto verbale
L’ultimatum è scattato. Entro una settimana il Psg dovrà sdebitarsi con Mbappé per evitare ulteriori sanzioni. Tutto per un accordo orale non riconosciuto dalla Federcalcio ma che il club ha sostenuto di aver raggiunto in passato. Il patto prevedeva che il Psg non fosse tenuto al pagamento del salario mensile del calciatore dal momento in cui avesse firmato per un’altra squadra a parametro zero: ed è quanto accaduto per completare il suo passaggio al Real Madrid. Secondo il campione francese, quell’accordo verbale ha perso qualsiasi tipo di validità nel momento in cui il Psg avrebbe deciso di ridurre il suo impiego in campo dopo aver annunciato l’addio al termine della stagione.

La proposta (rifiutata) di patteggiamento
Kylian Mbappé non è sceso a compromessi con il Paris Saint-Germain. Il campione francese ha respinto un’offerta di mediazione da parte della commissione legale Federcalcio francese perché ha ritenuto la proposta “inutile”. La Professional Football League, infatti, aveva trovato l’accordo con il Psg ma non con il calciatore. La questione, però, è tutt’altro che conclusa. I transalpini, infatti, non hanno intenzione di pagare gli stipendi arretrati a Mbappé. Dopo aver evidenziato i limiti del potere giuridico della Federcalcio per poter prendere questa decisione, il Psg ora aspetterà che il calciatore rivendichi i propri diritti davanti al tribunale del lavoro, unico organo ritenuto competente dalla società di Nasser Al-Khelaifi.

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