Arianna Mortellitti, nipote di Andrea Camilleri, ha svelato in anteprima al Corriere della Sera il suo nuovo libro, Quel fazzoletto color melanzana, che uscirà il primo ottobre per Mondadori
“Una situazione abbozzata in un Montalbano non pubblicato ha ispirato il mio romanzo”. Arianna Mortellitti, nipote di Andrea Camilleri, ha svelato in anteprima al Corriere della Sera il suo nuovo libro, Quel fazzoletto color melanzana, che uscirà il primo ottobre per Mondadori. “Nonno mi ha ispirata in maniera involontaria e molto vaga, perché ho riletto le primissime pagine che aveva scritto di un romanzo inedito su Montalbano che non è riuscito né a sviluppare né a terminare a causa della sua morte e in quelle poche pagine vi è una piccola situazione, appena abbozzata, che mi ha fatto riflettere e ha stimolato la mia fantasia”, ha spiegato Mortellitti (figlia del regista Rocco, ndr).
La nipote di Camilleri ha specificato: “Ho elaborato una storia completamente diversa da quella che avrebbe realizzato mio nonno e ho creato il romanzo con protagonista Lara e la vicenda della sua famiglia. Mio nonno mi ha educata sin da piccola all’utilizzo della fantasia con tecniche narrative e teatrali. Ha influito sulla mia formazione culturale. Ho ricordi bellissimi”.
In Quel fazzoletto color melanzana – secondo romanzo della trilogia degli ortaggi dopo Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni – seguiamo la storia della 35enne Lara a cui muoiono improvvisamente i genitori in un incidente d’auto. Tornata per i funerale al paesino vicino Roma dove era cresciuta coi genitori, Lara venderà subito casa e scoprirà documenti e fotografie dei genitori che non conosceva e un fatto del passato familiare che aveva rimosso. “In generale il macrotema che affronto è la comunicazione nell’ambito degli affetti, la difficoltà nelle relazioni che ha una dimensione psicologica, sociologica e filosofica. Vengo da una famiglia dove la comunicazione è intensa e continua, dunque sono ancor più interessata a comprendere i meccanismi opposti, di carenza o profonda difficoltà di interazione”.