Signori, Asprilla, Batistuta, Mancini… e Florjancic. È la seconda giornata di campionato, 30 anni fa, e accanto ai mostri sacri dell’attacco, quelli che al fantacalcio (peraltro appena partito ufficialmente in Italia) rovinano le amicizie c’è lui, Matjaz Florjancic. Attaccante pure lui, sì, ma non di quelli da doppia cifra: era lì momentaneamente, per la doppietta appena rifilata al Napoli con la maglia della Cremonese. Il Napoli incerottato di Vincenzo Guerini contro la Cremonese di Gigi Simoni, che nella stagione precedente era risultata matricola terribile e che aveva perso all’esordio nella nuova stagione col Parma di Scala. Allo Zini, però, la musica cambia, e prima proprio Florjancic fa espellere Massimo Tarantino per fallo da ultimo uomo, poi segna due gol da rapace d’area regalando una importantissima vittoria ai grigiorossi. E di gol non ne faceva tanti Matjaz, d’altronde non era il pezzo forte del suo repertorio, composto più su classe, velocità e imprevedibilità, ma quasi tutti pesantissimi, persino quelli apparentemente inutili.

Un repertorio cui si fa appello quasi disperatamente a novembre del 1991, quando è ormai chiaro a tutti che la scommessa di Boniperti, Gustavo Neffa, è fallita e va rimossa dal parcheggio grigiorosso che, dipendesse dalla Juventus, non verrebbe mai liberato. Si guarda a Est, in quella che si avvia ad essere ex Jugoslavia, e dal Rijeka arriva il 24enne sloveno, presentato come ala assai veloce e di buona tecnica.

Tecnica, velocità, magari qualche gol: servirebbe un po’ tutto alla Cremonese di Giagnoni, visto che quando arriva Matjaz i grigiorossi sono sul fondo della classifica della Serie A. L’esordio col Foggia di Zeman è da dimenticare, con una sconfitta allo Zini per 2 a 0, ma subito dopo Florjancic sembra integrarsi bene con Dezotti: contro la Lazio di Zoff prima serve un assist all’argentino, poi fa espellere Gregucci per fallo da ultimo uomo e infine chiude la partita battendo Fiori con un delizioso pallonetto. Ma la stagione della Cremonese non decolla, e tra gli eventi più degni di nota c’è il gol di Rampulla, portiere, all’Atalanta al 90esimo. Florjancic va in gol 4 volte, e seppur quando timbra il cartellino i grigiorossi non perdano mai la stagione si conclude con la retrocessione in Serie B. L’anno successivo arriva Gigi Simoni, che preferisce schierarlo a partita in corso, preferendo Andrea Tentoni e Dezotti in avanti con Maspero a supporto. Ma Matjaz dà comunque il suo contributo, con tre gol e diversi assist per la promozione in A della Cremonese.

E c’è, Florjancic, in quella meravigliosa avventura tra autunno e inverno della stagione ’92-’93 quando contribuisce da protagonista assoluto alla vittoria della Coppa Anglo Italiana a Wembley: segna una doppietta al primo turno al West Ham, poi nella gara successiva al Tranmere, un’altra doppietta al Derby County alla terza giornata e poi su rigore al Bristol e ancora nel 4 a 1 della semifinale d’andata contro il Bari. C’è, ovviamente titolarissimo, nella finalissima di Wembley contro il Derby County, protagonista pur senza segnare nella gara che finisce 3 a 1 e consegna lo storico trofeo ai grigiorossi.

La prolificità in Coppa non viene bissata nella stagione successiva in Serie A, anche in questo caso parte spessissimo dalla panchina e segna solo una volta, al Piacenza, nel 4 a 0 per i grigiorossi. Nella stagione successiva parte col botto, con la doppietta al Napoli, segna un altro gol pesantissimo alla Samp di Sven Goran Eriksson, gara vinta per 2 a 0, e torna a timbrare il cartellino a fine campionato, nelle vittorie contro Reggiana e Padova, importantissime per la salvezza dei grigiorossi e per conferire un curioso primato a Florjancic: in quattro stagioni di Cremonese la squadra non ha mai perso quando lui ha segnato. Un primato che verrà rotto nella stagione successiva, la sua più prolifica che però ancora una volta si conclude con la retrocessione: segnerà al Milan nell’ultima di campionato, finita per 7 a 1 per i rossoneri. Per 26 anni resterà l’ultimo gol in A della Cremonese.

Si trasferirà poi al Torino, disputando un’ottima stagione in B segnando 7 gol, anche se il più memorabile non arriva in una gara ufficiale: quell’anno il Toro ha Kelme come sponsor tecnico, lo stesso del Real Madrid di Capello, e per questo viene organizzata un’amichevole estiva, il “Trofeo Kelme”. La squadra di Capello ha calciatori del calibro di Chendo, Hierro, Mijatovic, Suker, Seedorf, la squadra di Sandreani punta su Mezzano, Sommese e appunto Matjaz Florjancic.

Il Real va in vantaggio con Raul, il pareggio del Toro arriva con una bellissima punizione calciata proprio da Florjancic. Torna in A nella stagione successiva, all’Empoli di Spalletti, dove segna sei gol, tra questi un’altra doppietta al Napoli. Pur di restare in Italia accetta la Fidelis Andria, in Serie B, nel 1998 – 99, ci arriva a gennaio, e nonostante sei gol, tra cui uno meraviglioso all’ultima giornata (e uno al Napoli) non evita la retrocessione dei pugliesi, che tuttavia ancora oggi ricordano l’impegno e la professionalità di Matjaz. Resta in B, con l’Alzano Virescit e l’anno successivo gioca uno scampolo di stagione a Crotone, prima di chiudere la carriera in C, alla Pro Sesto prima di tornare nella sua Slovenia. Arrivato senza i crismi di nuovo Maradona, come Neffa, ma regalando gioie ai suoi tifosi, e anche uno storico trionfo a Wembley.

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