Joe Biden sta per dare all’Ucraina il via libera ad attaccare la Russia con missili a lungo raggio occidentali, a patto che non utilizzi (almeno per ora) sistemi forniti dagli Stati Uniti. Lo riferiscono funzionari europei al New York Times. La questione, dibattuta a lungo all’interno dell’amministrazione democratica, sarà discussa oggi dal presidente Usa con il premier britannico Keir Starmer, nella prima visita ufficiale di quest’ultimo alla Casa Bianca. Il Regno Unito, infatti, ha già manifestato la volontà di autorizzare Kiev a usare i suoi Storm Shadow per colpire obiettivi militari russi lontani dal confine, ma vuole un permesso esplicito di Biden per avere una strategia coordinata con gli Usa e la Francia, che producono missili simili. Secondo esperti militari citati da Politico, infatti, qualsiasi linea guida concordata sugli Storm Shadow aprirà la strada agli ucraini per lanciare contro obiettivi in territorio russo anche l’Atacms, il sistema missilistico balistico tattico fornito da Washington. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky punta sui missili per difendere i territori conquistati nella regione russa di Kursk, oggetto di una controffensiva di Mosca. Il terreno per la svolta è stato preparato negli ultimi giorni, con la visita a Kiev del Segretario di Stato Antony Blinken e del Segretario agli Esteri britannico David Lammy: l’accordo potrebbe essere confermato questo mese dall’Assemblea generale delle Nazioni unite a New York. Intanto però il portavoce del consiglio nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato che “non c’è alcun cambiamento nel nostro approccio su questo argomento” sottolineando che “oggi non ci sarà nessun nuovo annuncio”. “Se Putin è così preoccupato della sicurezza delle città e dei cittadini russi, la strada più facile per lui sarebbe lasciare l’Ucraina“, ha aggiunto Kirby.
Giovedì il capo del Cremlino Vladimir Putin aveva lanciato un chiaro avvertimento: se i missili occidentali colpiranno oltreconfine, “ciò significherà che i Paesi Nato, gli Usa e i Paesi europei sono in guerra con la Russia”, ha detto in un’intervista. E in quel caso, ha promesso, “tenendo conto del cambiamento della stessa essenza di questo conflitto, prenderemo le decisioni appropriate sulla base delle minacce che ci verranno rivolte”. Parole inequivocabili che però il premier polacco Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo, minimizza: “È necessario prendere molto sul serio tutti gli eventi in Ucraina e sul fronte ucraino-russo, ma non attribuirei eccessiva importanza alle ultime dichiarazioni del presidente Putin”. Quelle frasi, sostiene Tusk, “mostrano piuttosto la difficile situazione dei russi al fronte”. A Tusk replica indirettamente, nel suo briefing quotidiano con la stampa, il portavoce del presidente russo Dmitri Peskov: la posizione espressa da Putin, dice, “è estremamente chiara, inequivocabile e non consente doppie letture. Non abbiamo dubbi che questa dichiarazione abbia raggiunto i suoi destinatari”, dice. In tarda mattinata interviene anche la Commissione europea: “Vladimir Putin esprime costantemente commenti fuorvianti ma nulla di quello che dice farà cambiare la posizione dell’Unione ruropea, compreso il sostegno militare sino a che continuerà ad attaccare l’Ucraina e, al contempo, i nostri valori e il diritto internazionale”, afferma ai cronisti un portavoce. Che sugli attacchi a lungo raggio afferma: “Il dibattito sulle restrizioni alle armi continua, alcuni Paesi le hanno rimosse ma non c’è una posizione comune europea su questo”.
A bordo del volo che lo ha portato oltreoceano, il premier Starmer ha ribadito ancora una volta la posizione di Londra: “La Russia ha iniziato questo conflitto. La Russia ha invaso illegalmente l’Ucraina. La Russia può porre fine a questo conflitto ora”. Il Regno Unito, ha ricordato, ha fornito “addestramento e capacità” a Kiev, e la visita a Biden è l’occasione per portare avanti “ulteriori discussioni sulla natura di quella capacità“. Nelle stesse ore, le autorità di Mosca hanno ritirato l’accreditamento a sei diplomatici Uk accusati di spionaggio e sabotaggio: la decisione del ministero degli Esteri, riferisce l’agenzia di stampa governativa Ria Novosti, è stata presa in seguito a indagini dell’Fsb, il servizio segreto per l’interno, secondo cui la diplomazia britannica è responsabile di “politiche sovversive nei confronti della Russia e in Paesi che facevano parte dell’Unione Sovietica”. Sempre secondo l’Fsb, dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, la Direzione del Foreign Office per l’Europa orientale e l’Asia centrale “è stata trasformata in un servizio speciale il cui scopo principale è infliggere una sconfitta strategica alla Russia”.