La Coppa Davis da sempre ha la caratteristica di riequilibrare distanze che in altri contesti sarebbero nette, inequivocabili. Le atmosfere e la responsabilità di rappresentare il proprio paese sono capaci di rimettere tutto in discussione. E così accade che una partita sulla carta agevole si trasformi in una battaglia incerta e insidiosa, risolta solo dopo diverse difficoltà. Il successo dell’Italia di Filippo Volandri sul Belgio nella seconda sfida della fase a gironi rientra esattamente in questo schema. Un 2-1 molto più sofferto rispetto a quello conquistato nel match inaugurale contro il Brasile, e che avvicina ulteriormente gli azzurri alla fase finale.

L’Italia infatti ha il destino nelle proprie mani. E potrebbe volare a Malaga già con un giorno di anticipo e senza scendere in campo. Basta che il Belgio non vinca contro il Brasile (non ancora eliminato) nell’incontro che si disputerà nel pomeriggio di sabato 14 settembre. Altrimenti ci sarà da aspettare domenica 15 la sfida contro l’Olanda. L’Italia ovviamente si qualificherebbe battendo gli olandesi, ma se perdesse 3-0 andrebbe alle Finals solo in caso di vittoria del Brasile contro il Belgio. Mentre se gli azzurri perdessero 2-1 contro l’Olanda potrebbero sperare nella qualificazione, a meno che i belgi non vincano 3-0 contro i brasiliani. Tradotto meglio: se gli uomini di Steve Darcis dovessero vincere solo 2-1, l’Italia potrebbe anche perdere contro gli olandesi per 2-1, ma a quel punto – con 5 incontri vinti e 4 persi sia per gli azzurri sia per gli oranje sia per i belgi – si andrebbe a vedere il conteggio dei set. Va ricordato infatti che qualora ci fosse un arrivo di tre squadre a pari punti (ovvero con lo stesso numero di vittorie e sconfitte), il regolamento prevede una serie di criteri: maggior numero di partite vinte, maggior numero di set vinti, maggior numero di game vinti, posizione nel ranking per nazioni. Se uno dei criteri mantiene a pari merito solo due squadre, prevale il solo esito dello scontro diretto.

Ma al netto di tutte le combinazioni, cosa ci ha detto la sfida contro il Belgio? Ha rilanciato il doppio, confermato le garanzie su Matteo Berrettini ed evidenziato una volta di più come un esordio assoluto in Nazionale possa essere un fardello pesante da gestire. Dopo la sconfitta amara contro il Brasile, la coppia formata da Simone Bolelli e Andrea Vavassori si è riscattata con la vittoria decisiva contro il duo formato da Gille e Vliegen. Un match ad altissima tensione, che potrebbe rivelarsi come il vero momento spartiacque di questa fase a gironi azzurra. Perdere avrebbe aperto infatti scenari delicati, anche mediaticamente parlando.

La certezza ancora una volta è stata Matteo Berrettini. Il romano – in assenza di Jannik Sinner – doveva indossare i panni del trascinatore, e così sta facendo. È il punto di riferimento, il porto sicuro di tutta la Nazionale. Non è stata comunque una partita semplice, perché il 19enne Alexander Blockx (numero 253 al mondo) ha messo in mostra tutte le due doti, vincendo il primo set e costringendo Berrettini a una rimonta che ha esaltato tutta l’Unipol Arena di Bologna. Una battaglia che testimonia la voglia dell’azzurro di essere protagonista, di non mollare mai, di andare oltre gli imprevisti. Come quelli portati dal giovane belga, schierato a sorpresa da capitan Darcis e autore di una prestazione sorprendente.

Rimandato invece Flavio Cobolli, uscito sconfitto al terzo set contro Zizou Bergs. Il belga, numero 72 del mondo, era stato battuto (bene) meno di un mese fa agli US Open, ma l’azzurro era alla prima partita con la maglia azzurra e l’emozione si è fatta sentire tutta. È venuto fuori un match altalenante, ambiguo, in cui l’unico sussulto per Cobolli è arrivato alla fine del secondo set, quando ha piazzato il controbreak sul 5-4 servizio Bergs, prima di vincere il parziale al tie-break. Un’illusione però, perché dopo questo scatto d’orgoglio Cobolli è sprofondato sotto il peso della fatica e della tensione, subendo un pesante bagel. Ci sarà tempo per rifarsi e centrare il primo successo con la maglia azzurra. Magari già nella sfida decisiva contro l’Olanda, domenica 15 settembre.

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