Cronaca

“Fumavo 30-40 pezzi al giorno, ho spacciato a chiunque: ragazzini delle medie, pure a una ragazza incinta”. Il viaggio nell’abisso del crack di Perugia

Due spacciatori litigano, nessun conto in sospeso, solo “concorrenza sleale” durante la fila di consumatori che chiedono qualche grammo di crack. Succede a marzo del 2024 nel tardo pomeriggio, nel pieno centro di Perugia. Uno spacciatore racconta che il Fentanyl è ancora solo una preoccupazione giornalistica. Giovanissimi e adulti stanno consumando sempre di più il crack.
“Con poco ti fai e quando ti sta per passare butti giù con un po’ di alcol e fai passare il down”. Il crack non è più solo un affare per poveri. A consumare sono anche professionisti che alternano il consumo di cocaina. Non sono più solo i garage e i vicoli di periferie degradate, si consuma anche nella solitudine di una propria stanza o nel retro di un locale in pieno centro città. I prezzi sono cambiati e il mercato accontenta tutti. In Italia quasi la metà delle denunce legate ai reati per droga riguardano cocaina e crack. I consumatori sono trasversali. La ragazza madre, l’ex criminale che ha gestito una base di spaccio e che poi è caduto nella dipendenza, l’imprenditore che può spendere e che sa quanto sia facile farsi trovare. “Il sabato sera, alle otto, è più facile trovare cocaina che un chilo di pane. Te la portano, manco la devi cercare”.