Calcio

Inter, Renato Bosetti nuovo capo della Curva Nord: perché per la Digos è il “perfetto cavallo di Troia” per dialogare con i vertici del club

È la sera del 26 dicembre 2018, prima di Inter-Napoli in via Fratelli Zoia a due passi dallo stadio Meazza gli ultras nerazzurri accendono la minaccia della guerriglia contro i tifosi del Napoli. Nel caos sarà travolto e poi morirà l’ultras nerazzurro Daniele Belardinelli, detto Dede. Da allora alla direzione della Curva nord si sono alternati ben tre direttivi diversi. Dopo la morte di Dede il governo degli affari dentro e soprattutto fuori dallo stadio passa nelle mani di Vittorio Boiocchi che affiderà la gestione “illecita” dei biglietti e dei rapporti con gli steward a Renato Bosetti. Morto Boiocchi la sera del 29 ottobre 2022, un altro Cda bussa alla porta. Compare la figura, fin ad allora sconosciuta, di Marco Ferdico, il quale porta in dote e nel direttivo stesso Antonio Bellocco, rampollo delle cosche di Rosarno. Con i due al comando si siede Andrea Beretta, già fedelissimo di Boiocchi e resta sempre in sella l’onnipresente Renato Bosetti. Dopo l’omicidio di Bellocco ad opera di Andrea Beretta, solo pochi giorni fa il direttivo è cambiato di nuovo e questa volta a scalare le posizioni per mettersi al vertice è ancora una volta Renato Bosetti. Nuova era dunque, così almeno è stato detto pubblicamente, all’insegna della sola logica ultras. Insomma genuino tifo da curva. E tutto il resto? Gli affari, i dissidi, tutto dimenticato? Non sembrerebbe, almeno a ripercorrere le ultime gesta dello stesso Bosetti riassunte negli atti dell’indagine della Digos e della Procura di Milano. E che lo collocano nell’interessante posizione per i maggiorenti della curva di potersi interfacciare direttamente con la società in qualità di presidente di un Inter club riconosciuto. Tanto che gli investigatori descrivono la figura di Bosetti “come un perfetto cavallo di Troia” per entrare in contatto con i vertici del club.

Bosetti, detto Renatone, nasce a Milano il 17 marzo del 1970. Animo ultras da sempre, passione per l’estrema destra, già candidato non eletto per CasaPound, da qualche tempo votato agli affari e alla gestione del primo anello verde che sta sotto alla Curva nord. “Bosetti – scrivono gli inquirenti – è un personaggio storico della Curva Nord, dove milita da moltissimi anni e dove si è distinto come uno degli ultras più facinorosi fin dagli anni ‘90. Per varie vicissitudini, alcuni anni fa lo stesso è fuoriuscito dalla Curva per creare un proprio Inter Club ufficialmente riconosciuto (denominato Old Fans – Gate 3), i cui membri si collocano, nelle partite in casa, presso il settore primo anello verde e sono per lo più ex ultras o individui che per il comportamento tenuto sono più assimilabili a questi ultimi che non ai comuni tifosi”. Non immune da precedenti, la Digos scrive: “Più volte sottoposto a provvedimento di Daspo, con precedenti di polizia per resistenza a pubblico ufficiale, guida senza patente, reati contro la persona e armi”.

È con l’avvento di Boiocchi, che, secondo la Procura, Bosetti assume un ruolo fondamentale negli affari della Curva. Nulla che ricordi il tifo ultras come sbandierato la scorsa sera al Baretto davanti a centinaia di tifosi. In quel momento, si legge negli atti, “la prima esigenza (del capo Boiocchi, ndr) è quella di diversificare e rimodellare le modalità di guadagno attraverso gli ingressi allo stadio ed individuare figure in grado di strutturare e gestire tutto questo per conto della Curva. La prima di tali figure individuate è proprio Bosetti, che (…) è conosciuto come persona estremamente competente nel settore della compravendita di ingenti quantitativi di biglietti, con a disposizione una consolidata rete di conoscenze nell’ambiente del bagarinaggio e con un ruolo che lo colloca in una posizione strategica rispetto alla società”.

Ecco qua il motivo ben spiegato: “Bosetti, infatti, nonostante i suoi trascorsi da ultras ed i suoi precedenti (che impedirebbero al club di intessere rapporti con lui in base al dettato dell’art. 8 co. 1 DL 8 febbraio 2007 n° 8), in qualità di presidente di Inter Club ufficialmente riconosciuto, gode di estrema libertà nel muoversi in ambiti societari che gli sarebbero altrimenti preclusi”. Appunto “un cavallo di Troia”. Che lo stesso Bosetti – intercettato – spiega molto bene ad Andrea Beretta, ad esempio per interfacciarsi con il responsabile dei ricavi stadio (la biglietteria, ndr): “Tanto io sono un presidente di Inter Club e posso andare a parlare e nessuno mi può dire niente!”. Aggiunge la nota della Digos: “Bosetti può contare su una fitta e consolidata rete di conoscenze nell’ambiente degli steward, la cui collaborazione è elemento imprescindibile per la realizzazione di un ulteriore flusso illecito di denaro, quello proveniente dall’introduzione di tifosi privi di biglietto o muniti di titolo relativo a settori di livello inferiore rispetto a quelli poi realmente occupati”. A chiosa finale si legge: “Allo scopo di porre solide basi ai propri affari, la Curva ha avuto l’obiettivo di avere il controllo di interi settori dello stadio (come i cancelli e le scale di accesso) o quantomeno avere il favore di figure chiave all’interno della società o delle aziende ad essa collegate”. Questo il Bosetti di ieri, quello di oggi a capo del direttivo si terrà in tasca gli stessi affari e gli stessi contatti anche con i vertici dell’Inter? Di certo c’è che la sua nomina riporta in sella i vecchi amici di Boiocchi lasciando, per il momento, all’angolo il nuovo corso inaugurato da Ferdico oltre un anno fa.