LinkedIn, come molti altri social network, nasce con un’idea semplice ma rivoluzionaria: creare uno spazio dove imprenditori e professionisti possano connettersi, collaborare e crescere insieme. La sua missione iniziale era chiara: facilitare il networking professionale, aiutare le persone a costruire relazioni basate su competenze, esperienza e fiducia. Un luogo dove poter trovare opportunità di lavoro, sviluppare nuove collaborazioni e condividere il proprio know-how con colleghi e aziende.

Nell’era digitale, i social media sono diventati strumenti essenziali per ampliare la propria rete di contatti, ma LinkedIn si distingueva per il suo focus professionale, mantenendosi lontano dalle dinamiche più frivole di altre piattaforme. Qui non c’era spazio per la superficialità o per i contenuti leggeri: LinkedIn era pensato come un terreno fertile per lo scambio di idee professionali, suggerimenti di carriera e relazioni autentiche.

Tuttavia, col tempo, questa missione è stata messa alla prova.

LinkedIn sta subendo una trasformazione evidente negli ultimi anni, passando da una piattaforma per il networking professionale a un canale sempre più simile a un social network commerciale, dove spesso la qualità delle interazioni viene sacrificata sull’altare della quantità. Una deriva che non possiamo ignorare.

La promessa di LinkedIn era quella di essere uno spazio in cui professionisti di ogni settore potessero costruire relazioni autentiche, basate sulle competenze e sulla condivisione di esperienze lavorative. Tuttavia, la realtà che molti di noi sperimentano è ben diversa: la piattaforma è inondata di richieste di contatto puramente opportunistiche, messaggi in serie che mirano a vendere servizi o prodotti senza alcun interesse per la costruzione di relazioni genuine. Quante volte vi è capitato che, appena accettata una richiesta di collegamento su Linkedin, dopo pochi secondi vi arrivasse un messaggio del tipo: “Gentilissimo dottore, la ringrazio per l’accettazione del collegamento ed è un piacere entrare in contatto con lei. Sarebbe disponibile a fare una telefonata veloce?”. Sebbene vi consideriate una persona amichevole e professionalmente generosa, vi sentite esitanti a rispondere a questa richiesta. Anche perché, secondo la mia esperienza, nel 30% dei casi la persona è interessata principalmente a vendervi un prodotto o un servizio o a entrare in affari con voi (vuole interfacciare il tuo portafoglio clienti e/o il tuo network) piuttosto che a costruire un vero rapporto professionale.

Questa deriva verso un utilizzo sempre più commerciale è sintomatica di una più ampia tendenza alla “democratizzazione dell’opinione”. In altre parole, chiunque può ora inserirsi nel dibattito, ma non sempre con contenuti che arricchiscono il dialogo o che sono rilevanti per il contesto professionale. LinkedIn, quindi, rischia di perdere il suo vero valore: quello di essere una piattaforma che favorisce scambi professionali basati su competenze, rispetto e reciprocità.

Un altro aspetto preoccupante è la quantità di post che cercano di sfruttare l’algoritmo della piattaforma per ottenere visibilità, piuttosto che contribuire con riflessioni utili o condividere esperienze professionali. Questo porta a una saturazione di contenuti, dove la superficialità prevale sulla sostanza, e rende sempre più difficile distinguere tra chi ha veramente qualcosa da offrire e chi è lì solo per autopromozione. Per difendersi da questa deriva, il consiglio è semplice: proteggere il proprio tempo e le proprie relazioni professionali. Il networking è uno strumento potente, ma solo se gestito con attenzione e cura. Non c’è bisogno di rispondere a ogni messaggio o accettare ogni connessione. Essere selettivi e dare spazio solo a relazioni che apportano valore alla propria carriera e alla propria crescita è fondamentale per mantenere la qualità e la credibilità della propria rete professionale.

Se volete rispondere a quei messaggi commerciali in modo educato, ma fermo, provate con questa formula: “Grazie per avermi contattato. Al momento sto concentrando le mie attenzioni su una rete di contatti che conosco personalmente, ma apprezzo il suo interesse”.

In conclusione, LinkedIn deve ritornare alle sue radici: un luogo di scambio autentico, dove professionisti di ogni settore possono crescere insieme. Ma per farlo, serve un uso più consapevole e responsabile della piattaforma da parte di tutti noi.

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