“Il fascismo, con il regime della Repubblica sociale italiana, era complice della ferocia nazista“. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sceglie la cerimonia per gli 80 anni della zona libera della Carnia e dell’Alto Friuli, per puntualizzare ruoli e responsabilità delle tragedie della seconda guerra mondiale. Il Regno d’Italia, con l’ambigua dichiarazione dell’8 settembre 1943 e sino al cambio di fronte operato con la dichiarazione di guerra a Berlino del 13 ottobre successivo, aveva permesso l’invasione della penisola da parte delle truppe germaniche”, ha continuato il capo dello Stato, ricordando che “si era manifestato, così , l’intento annessionistico da parte del Terzo Reich dei territori e delle popolazioni dell’arco alpino che andavano dall’Alto Adige alla provincia di Lubiana, sottratti alla presunta autorità del governo collaborazionista di Salò e sottoposte in realtà all’autorità militare tedesca”.

“Vi è una serie di ricordi di queste esperienze” delle Repubbliche partigiane: “da Montefiorino all’Ossola, dall’Alto Monferrato alla Valsesia, alla Carnia, venne offerto l’esempio di genti che non si contentavano di attendere l’arrivo delle truppe alleate ma intendevano sfidare a viso aperto il nazifascismo, dimostrando che questo non controllava né città né territori, mettendo a nudo quello che era: truppa di occupazione. Ecco perché la battaglia della Resistenza era una battaglia per l’indipendenza, oltre che per la libertà”, ha sottolineato Mattarella proclamando che “L’Italia è orgogliosa del percorso compiuto in questi quasi 80 anni dalla Liberazione”.

“Caratteristica del movimento partigiano era proprio la sollecitazione all’iniziativa e alla partecipazione dal basso, dopo due decenni di subalternità e passività popolare, frutto dell’applicazione del precetto fascista ‘credere, obbedire, combattere. La scelta politica di dare vita alle Repubbliche partigiane esprimeva una fase di maturità dell’esperienza della Resistenza, oltre che corrispondere a una valutazione sull’andamento della guerra, con la anticipazione della futura esperienza democratica. La storiografia resistenziale ha definito la Carnia ‘laboratorio di democrazia”, ha detto poi il presidente della Repubblica.

Ha anche spiegato che “Oggi la Repubblica, qui, in Friuli, riconosce in queste popolazioni, in Carnia, radici della nostra Costituzione, che alimentano la nostra vita democratica. Oggi, come ha sottolineato la presidente regionale dell’Anpi, Antonella Lestani, storia e memoria si incontrano. Con le contraddizioni e le sofferenze che accompagnano gli eventi bellici. E la vocazione di pace del nostro Paese è segno che tutto questo non è passato invano”

Il presidente Mattarella “fa una vita molto faticosa passando dal visitare luoghi di sciagure ad altri luoghi dove si sono svolti fatti storici, il suo è un lavoro di ricucitura dell’Italia“, ha detto la medaglia d’oro al valore militare Paola Del Din, 101 anni, che ha voluto essere presente ad Ampezzo in occasione della visita del Capo dello Stato.

“Quella della Carnia zona libera e dell’Alto Friuli fu una “straordinaria storia di lotta per la democrazia, una esperienza unica, una autentica parentesi di libertà in mezzo alla ferocia dell’occupazione nazifascista”, così il governatore della Regione Fvg Massimiliano Fedriga.

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