Altri episodi di violenze contro il personale sanitario dopo i casi di Foggia degli scorsi giorni. Questa volta, a distanza di poche ore, nuove aggressioni a Pescara, Genova e Reggio Calabria.
Secondo quanto riporta Il Messaggero, a Pescara una quarantina di persone hanno invaso i corridoi del reparto di Oncologia gridando e insultando chiunque si trovassero davanti. I protagonisti dell’assalto erano parenti e conoscenti di un uomo deceduto presso l’ospedale che è stato trasformato in una sorta di campo di battaglia con porte divelte, tavoli ribaltati, suppellettili gettate a terra. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha consentito di riportare la calma.
Uomini e donne hanno invaso i corridoi, dopo essere riusciti a entrare con la forza: è subito intervenuta la guardia giurata in servizio che, valutata la situazione, ha chiamato il numero di emergenza. In ospedale sono arrivate prima le pattuglie della squadra volante della questura quindi quelle dei carabinieri, che hanno cercato di riportare la calma, poi hanno scortato la salma fino all’obitorio.
“Condanno fermamente l’odioso atto di violenza perpetrato da un gruppo di circa quaranta persone a danno degli operatori sanitari, dei pazienti e del patrimonio del reparto di Oncologia dell’Ospedale di Pescara”, dichiara il direttore generale della Asl, Vero Michitelli.– Un reparto come l’Oncologia, dove la fragilità e la speranza convivono, non avrebbe mai dovuto essere teatro di un’aggressione così vile e gratuita. I nostri operatori, medici, infermieri e operatori socio sanitari, si dedicano quotidianamente alla cura dei pazienti con la massima professionalità e umanità. Vedere il loro impegno e la loro dedizione così brutalmente disprezzati mi riempie di sdegno e indignazione”.
Aggressioni pure a Genova e Reggio Calabria – Un altro episodio è avvenuto all’ospedale Galliera dove un uomo di 46 anni senza fissa dimora ha dato un pugno in testa ad un infermiere. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, il paziente è arrivato al pronto soccorso lamentando dolori al petto. Il personale sanitario si è accorto di alcune macchie sul suo corpo e lo ha spostato in una stanza isolata, per precauzione. Il paziente ha iniziato ad agitarsi e ha dato un pugno all’infermiere per poi scappare. Gli agenti delle volanti lo hanno poi raggiunto in via Silvio Pellico e lo hanno accompagnato in questura dove lo hanno denunciato.
Poco dopo – al Villa Scassi, sempre a Genova – un’altra aggressione. I poliziotti hanno denunciato un uomo di 31 anni che si è presentato con la fidanzata. Al pronto soccorso l’uomo ha iniziato a ostacolare i protocolli sanitari, spintonando una infermiera e minacciandola con un coltellino. Immediato l’intervento delle volanti. Alla vista degli agenti l’uomo ha aggredito anche loro. Oltre al coltellino gli agenti gli hanno trovato due tessere sanitarie intestate ad altre persone e un cacciavite.
Intorno alle 20 di venerdì sera, una dottoressa del pronto soccorso dell’Ospedale metropolitano di Reggio Calabria invece, è stata aggredita da un uomo che “pretendeva di essere visitato subito”. Il commissario straordinario Gianluigi Scaffidi che sta seguendo i casi di aggressione al personale medico, ha rilasciato una dichiarazione: “Non intendo aggiungere alcun commento su quanto accaduto perché il legislatore, che dovrebbe agire per dovere istituzionale, tace”. E ha proseguito: “L’aggressione non ha comportato gravi danni fisici solo grazie al pronto intervento di un altro operatore sanitario.”