Fine ottobre, 2023, Firenze. Il cardinale Giuseppe Betori invita tutte le chiese fiorentine a pregare per la pace. Qualche giorno prima l’abate di San Miniato Bernardo Gianni (nel 2019 ha predicato gli esercizi spirituali al Papa) aveva organizzato la fiaccolata per la pace lungo le strade della città. Due chiese? Fatto è che un anno dopo, sulla pace di chiese ce n’è una sola. Quella del nuovo arcivescovo Gherardo Gambelli, prete missionario scelto da Papa Francesco come nuova guida dei cattolici nel capoluogo toscano. Gambelli domenica 15 settembre concluderà, nel tardo pomeriggio, una manifestazione sulla pace con i rappresentanti di tutte le religioni, parrocchie, associazioni e fondazioni e il patrocinio del comune di Firenze. “E’ ogni giorno più forte l’esigenza da parte della comunità umana di prendere coscienza del pericolo incombente, che attraverso l’assuefarsi alla sciagurata prospettiva di risolvere i conflitti attraversi l’uso di armi sempre più sofisticate, rischia di portare il mondo verso la catastrofe”, spiegano gli organizzatori.

Se l’abate benedettino per la sua invocazione della pace aveva scelto le strade di Firenze, il nuovo arcivescovo scenderà in piazza. Quella dell’Isolotto, quartiere simbolo della città, costruito nel 1954 dall’allora sindaco della città Giorgio La Pira. Spiegano ancora gli organizzatori: “L’invocazione della pace si svolgerà significativamente proprio in quel quartiere costruito da La Pira, grande tessitore di rapporti per la pacificazione dei conflitti, e avrà come ideale linea guida le parole di padre Ernesto Balducci: ‘Se vuoi la pace prepara la pace’”.

All’Isolotto nel settembre 1968 è scoppiato il primo caso di contestazione ecclesiastica in Europa. Tutto ha inizio a Parma dove gruppi di giovani cattolici occupano il Duomo per denunciare l’autoritarismo della Chiesa e la sua collusione con il potere per il fatto di aver accettato i soldi di una banca per costruire una chiesa. Interviene la polizia che carica gli occupanti in preghiera. Paolo VI critica l’occupazione. L’Isolotto e altre due parrocchie fiorentine invece inviano una lettera di solidarietà con gli occupanti.

Immediata reazione del cardinale fiorentino Ermenegildo Florit che intima al parroco don Enzo Mazzi di ritrattare la lettera della comunità dell’Isolotto in cui, tra l’altro, si attaccava il papa. “Un parroco sconfessato dal cardinale chiama i parrocchiani in assemblea”, strilla a titoli cubitali la locandina della La Nazione il 23 settembre, in cui l’Italia cattolica è in lutto per la morte di padre Pio da Pietralcina.

Tra l’Isolotto e la Curia scoppia una contesa aspra che porta all’estromissione di don Mazzi e dei parrocchiani dissidenti. Che lasciano la chiesa e decidono di celebrare la messa, ogni domenica, in piazza. E’ in quella piazza, simbolo del conflitto tra la Curia fiorentina e la comunità di don Mazzi, che nel frattempo viene sospeso a divinis e ridotto allo stato laicale, che si terrà la manifestazione della pace. Oggi la parrocchia è retta da un parroco, don Luca Niccheri, molto legato al nuovo arcivescovo e amico anche della comunità di don Mazzi. L’Isolotto non è più una spina per la Curia fiorentina, ma uno dei luoghi che stanno a cuore al nuovo arcivescovo.

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Nella foto in alto | La messa in piazza all’Isolotto di don Enzo Mazzi, nel 1968, e Gherardo Gambelli, arcivescovo di Firenze dalla scorsa primavera

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