È imputata per corruzione in un processo in cui tra le parti civili ci sono la presidenza della Regione siciliana, l’assessorato alle Infrastrutture e ai Trasporti e pure il ministero delle Infrastrutture e trasporti. Una condizione che non ha impedito a Simona Vicari di ottenere una consulenza proprio dal presidente della Sicilia. Il governatore Renato Schifani l’ha voluta con sè come esperta dei settori Energia e Trasporti. Gli stessi settori che ha amministrato da sottosegretaria dei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Ed è proprio quando ricopriva quell’incarico che Vicari, ex parlamentare del Pdl e del Nuovo centrodestra, è finita travolta dall’inchiesta palermitana “Mare Monstrum”: oggi risulta imputata a Trapani, dove il procedimento è stato trasferito per competenza territoriale.

Il nome dell’ex sottosegretaria è di recente ritornato a circolare negli ambienti dei palazzi del governo regionale in vista del nuovo possibile rimpasto di giunta: è stata accostata all’Assessorato della Salute, secondo le indiscrezioni riportate dall’edizione palermitana di Repubblica, potrebbe prendere il posto dell’uscente Giovanna Volo.

L’incarico di esperta – Vicari è stata sindaca di Cefalù per poi essere eletta al Senato per due legislazioni consecutive, ricoprendo anche il ruolo si segretaria di Palazzo Madama tra maggio 2008 e marzo 2013, quando alla presidenza c’era proprio Schifani. Ma è anche stata sottosegretario allo Sviluppo economico e poi alle Infrastrutture e i Trasporti nei governi Letta, Renzi e Gentiloni. Dopo l’inchiesta giudiziaria e le dimissioni, il presidente Schifani l’ha scelta come sua personale esperta proprio “in ragione delle sue competenze nel settore dei trasporti e dell’energia”. L’incarico è iniziato a partire dal “19 aprile 2023 fino a 18 aprile 2024”, poi rinnovato fino a maggio 2024, infine esteso dal primo “giugno al 31 dicembre 2024”. Per il compenso, si superano i 5 mila euro mensili, mentre per il solo periodo tra il “19 aprile 2024 al 31 maggio 2024”, alla consulente è stata corrisposta la “somma complessiva di 7.324,58 euro”.

“L’emendamento è stato approvato” – Vicari ha cessato ogni incarico politico nel 2018, ma già nel 2017 si era dimessa da sottosegretaria dopo essere finita indagata nell’inchiesta giudiziaria palermitana “Mare Monstrum”: il gip tratteggiava nell’ordinanza i suoi “rapporti connotati da una sospetta vischiosità” con l’armatore Ettore Morace, proprietario di Liberty Lines. Secondo la ricostruzione dell’accusa, la sottosegretaria aveva ricevuto un Rolex, del valore di 5 mila euro, da Morace, e in cambio aveva contribuito a far approvare un emendamento, che riduceva dal 10 al 4 per cento l’Iva sui trasporti marittimi urbani, agevolando l’armatore nelle sue attività commerciali. “Ti volevo dire in anteprima che in commissione l’emendamento è stato approvato”, diceva Vicari, intercettata. “Bello, ma col 5%?”, chiede Morace. “Yes, non c’è storia per nessuno”, rispondeva la sottosegretaria. “Eh senti – aggiunge Vicari – dico non lo sa nessuno: tu se sei il primo”. Per gli investigatori, grazie all’emendamento, Morace avrebbe risparmiato un milione e mezzo di euro di Iva, mentre il danno per le casse dello Stato si aggirerebbe sui sette milioni. Nella conversazione del 24 dicembre 2016, la sottosegretaria ringraziava Morace per il Rolex ricevuto: “Sei stato davvero un tesoro”.

“Non farò più politica”- Oggi Vicari smentisce di essere pronta a tornare in politica come nuova assessora alla Salute di Schifani, sostenendo che le informazioni riportate da Repubblica sono “completamente destituita di ogni fondamento”. “Nonostante la mia pregressa esperienza di parlamentare nazionale e di sottosegretario, ho già deciso, da tempo, infatti di non fare più politica – aggiunge Vicari -. Proseguirò, pertanto, a svolgere un ruolo di carattere tecnico a supporto del presidente della regione Schifani, come avviene dall’inizio di questa legislatura”. Vicari, dunque, rimarrà consulente del governatore su Energia e Trasporti. E nel frattempo continuerà a essere imputata per corruzione in un processo in cui sia la Regione che l’assessorato all’Energia e ai Trasporti sono parte civile. Sul punto, da Palazzo d’Orleans precisano a ilfattoquotidiano.it che “l momento non c’è stata nessuna condanna e, in ogni caso, fino a sentenza passata in giudicato qualsiasi cittadino italiano è innocente”.

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