Uno studio pubblicato ad agosto dimostra che, dal 1968 in poi, i viaggi aerei sono sempre più sicuri, e ancor di più nel periodo 2018-2022 analizzato nel report. Restano però delle disparità in alcune zone del mondo
“Un passeggero potrebbe scegliere in media un volo a caso ogni giorno per 220.000 anni prima di soccombere in un incidente mortale”, assicura il report Airline safety: Still getting better? pubblicato il mese scorso sul Journal of Air Transport Management. Per arrivare a queste conclusioni, gli studiosi hanno analizzato i dati della Banca Mondiale, della Flight Safety Foundation e della IATA (International Air Transport Association). In particolare, hanno preso in considerazione le morti per passeggero imbarcato per capire nello specifico quale sia la probabilità di decedere salendo su un aereo. Nel quadriennio di riferimento (2018-2022), a livello globale il rischio di fatalità sui voli aerei è stato di un caso per ogni 13,7 milioni di passeggeri imbarcati, con un calo drastico di decessi del 7% di anno in anno.
“La sicurezza aerea continua a migliorare”
Lo afferma il prof. Arnold Barnett dello statunitense Massachusetts Institute of Technology, primo firmatario dello studio. Del resto i numeri parlano chiaro: dal 1968 a oggi, nel campo dell’aviazione sono stati fatti passi da gigante. L’analisi dei diversi decenni mostra miglioramenti di circa il 50% per ogni periodo esaminato. Si parte dalla decade 1968-1977, quando nei voli aerei si registrava una fatalità ogni 350.000 passeggeri; nel decennio successivo già si contava un caso ogni 750.000 persone, con un’accelerazione nel 2007-2017, quando si passò dal precedente dato di un morto ogni 2,7 milioni a uno ogni ben 7,9 milioni. E ora, in soli quattro anni, ci attestiamo dunque su un decesso ogni 13,7 milioni di passeggeri: un netto miglioramento, dovuto a una combinazione di fattori tra cui controlli più rigorosi, addestramento sempre più approfondito e progressi tecnici. Nel complesso, rispetto al periodo 1968-1977 chi sale su un aereo è 39 volte più sicuro di ridiscenderne vivo.
Ma se buona parte del mondo può cantare vittoria per questi risultati, in alcune aree le cose non sono messe altrettanto bene.
Tre livelli di rischio
La sicurezza in volo, precisa il report, è però strettamente legata ai paesi di partenza o destinazione.
Gli studiosi hanno suddiviso le nazioni in tre livelli. Farà piacere sapere che i primi due, di cui facciamo parte anche noi italiani, comprendono le nazioni che accolgono circa 4 miliardi di persone, cioè la metà degli abitanti della terra. In questi due gruppi, il rischio di morte in volo scende a un caso su 80 milioni di passeggeri. Tra il 2018 e il 2022 ci furono 153 morti: 132 in un grosso incidente aereo avvenuto in Cina nel marzo del 2022, e le cui cause sono ancora da chiarire; i restanti 30 in sei altri incidenti. Il terzo livello presenta un tasso di mortalità del 36% più alto rispetto ai primi due.
Livello 1, elevato: comprende USA, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Giappone, Cina e Israele, UE e altri stati europei (Svizzera, Norvegia, Montenegro, Regno Unito).
Livello 2, intermedio: Bahrain, Bosnia, Brasile, Brunei, Cile, Giordania, Hong Kong (rispetto alla Cina continentale ha regolamenti di sicurezza aerea diversi), India, Kuwait, Malaysia, Messico, Filippine, Qatar, Singapore, Sudafrica, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti.
Livello 3, basso: comprende tutte le restanti nazioni che, secondo lo studio, continuano via via a migliorare, anche se per i loro passeggeri il rischio di morire resta nettamente più elevato che altrove.
Lo zampino del Covid
Lo studio ha considerato anche l’impatto della pandemia, che si verificò appunto nel corso del periodo preso in esame. Secondo i ricercatori, non ci sono prove che gli sconvolgimenti pandemici abbiano potuto aumentare il rischio di incidenti aerei. Ma secondo le loro stime i contagi a bordo potrebbero aver causato all’incirca 4760 decessi da Covid nel periodo marzo 2020-dicembre 2022 (un dato comunque difficile da stimare, come riconoscono gli studiosi). Ma al di là della problematica in sé, resta il fatto che i voli aerei sono davvero sempre più sicuri.