La spesa pro capite stimata per la settimana di settembre è di 1.638 euro, una cifra da capogiro e decisamente non per tutti, ma che ben evidenzia come questo settore sia cruciale per trainare l'economia del nostro Paese
La Milano Fashion Week, in programma dal 17 al 23 settembre, si prepara a generare un indotto turistico di 213 milioni di euro, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio Milano. Un risultato che conferma la forza attrattiva dell’evento e dell’intero sistema moda milanese, nonostante il difficile momento del lusso. Considerando anche l’edizione di febbraio, l’indotto complessivo delle sfilate milanesi quest’anno raggiungerà i 396 milioni di euro, con un incremento del 9,4% rispetto allo scorso anno. Si prevede un aumento del 4% anche sul fronte degli arrivi, con quasi 245mila ospiti tra addetti ai lavori, buyer, influencer e vip, di cui il 56% italiani e il 44% stranieri. La spesa pro capite stimata per la settimana di settembre è di 1.638 euro, una cifra da capogiro e decisamente non per tutti, ma che ben evidenzia come questo settore sia cruciale per trainare l’economia del nostro Paese.
Perché se anche il lusso è in difficoltà e i dati Istat certificano il calo della produzione italiana, la moda milanese resiste. Come ha sottolineato Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, “le previsioni sull’indotto ancora in crescita della Fashion Week confermano la forza attrattiva di Milano e confermano l’importanza di politiche che rendano Milano sempre più aperta e accessibile”. Anche Carlo Capasa, presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana, riconosce le sfide del momento, ma guarda al futuro con fiducia: “Veniamo da anni di grande espansione, ma il 2023 ha visto una crescita del 40%. Nonostante le difficoltà, gli esperti prevedono una crescita del 20% per la moda italiana nei prossimi 5 anni. La Milano Fashion Week è l’occasione per unire le forze e sostenere il Made in Italy. Quest’anno c’è un aumento del fatturato del 3/4% – ha sottolineato – , ma con molte differenze tra i settori. Il tessile è in calo, mentre occhiali e gioielli sono in crescita”.
L’edizione ai blocchi di partenza vede in calendario oltre 170 appuntamenti tra sfilate, presentazioni ma è segnata da un’assenza illustre: quella del “re” della moda italiana, Giorgio Armani. O meglio, lo stilista presenterà solo la sua nuova collezione Primavera/Estate di Emporio Armani, festeggiando contestualmente l’apertura del rinnovato store di via Manzoni 31: la Donna Giorgio Armani sfilerà invece ad ottobre a New York. Fendi aprirà le danze giovedì 17, dando il via ai festeggiamenti per il suo centenario. Tra i grandi nomi presenti, Gucci, Prada, Versace, Etro, Dolce&Gabbana e molti altri. Grande attesa anche per il ritorno di Laura Biagiotti, che celebra i 50 anni dalla sua prima sfilata, e per il debutto del giovane stilista Federico Cina.
Ci sarà poi particolare attenzione ai giovani talenti e alla sostenibilità: il Fashion Hub di CNMI sosterrà i marchi emergenti con la decima edizione di Milano Moda Graduate e del Market; mentre a Palazzo Reale si terrà la sfilata di Milano Moda Graduate dedicata agli studenti di moda. Domenica sera invece, al Teatro alla Scala, i CNMI Sustainable Fashion Awards premieranno le iniziative più virtuose nel campo della moda sostenibile. Sui social, già è partito il toto-nomi con le ipotesi delle celebrity in arrivo in città: come sempre, sarà caccia all’ultimo selfie.