Pioggia di volantini dell’esercito israeliano nei villaggi libanesi al confine per invitare i civili a evacuare la zona vicino a Ghajar prima delle 16. Lo rendono noto i media libanesi: “Hezbollah sta sparando dalla vostra zona – si legge sui volantini – Dovete lasciare immediatamente le vostre case, dirigervi a nord verso la città di Khiam entro le 16 e non tornare fino alla fine della guerra. Chiunque si trovi in questa zona dopo quell’ora sarà considerato un terrorista“. Una notizia che arriva a poche ore da quanto riferito dall’emittente di Tel Aviv, Channel 13, secondo cui il primo ministro Benjamin Netanyahu – in una discussione strategica con i responsabili della sicurezza – ha detto che l’obiettivo di Gerusalemme è di avviare un fronte di guerra con il Libano il prima possibile. Israele, pertanto, punta ad allargare il conflitto: apertura del fronte Nord già annunciata nei mesi scorsi, ma fino a oggi evitata. Anche il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha tuonato più volte contro Israele, ma non è sembrato intenzionato a scatenare un conflitto regionale.

Il piano di Netanyahu – I funzionari della sicurezza ritengono, rende noto Channel 13, che il fronte a Nord richiederà una riduzione delle forze che combattono a Gaza. Secondo un collaboratore anonimo di Netanyahu, non sono stati fissati i tempi per il trasferimento, ma potrebbe avvenire tra qualche settimana o qualche mese. “La situazione nel nord non può continuare. L’Idf deve prepararsi per un’ampia campagna in Libano“, ha detto il premier. Secondo l’emittente pubblica Kan, Israele si sta preparando a fare pressioni per rafforzare la legittimità internazionale di una guerra in Libano, anche convincendo gli Stati Uniti che è stato fatto tutto il possibile per raggiungere un accordo che impedisca la guerra. Kan afferma che Washington mira a ritardare un conflitto vero e proprio almeno fino a dopo le elezioni americane del 5 novembre, e aggiunge che l’inviato Usa per il Medio Oriente, Amos Hochstein, presenterà presto i risultati dei progressi con il Libano negli sforzi per evitare una guerra, mentre fonti israeliane e straniere affermano che questi sforzi non sono sufficienti a risolvere le attuali tensioni e gli scontri quotidiani. “La situazione nel nord di Israele non continuerà ad essere tale:”, ha confermato il premier israeliano alla riunione di gabinetto. “Faremo tutto il necessario per riportare alle loro case i residenti sfollati. Io mi impegno a farlo, il governo si impegna. Non ci accontenteremo di qualcosa di meno”, ha aggiunto Netanyahu agli attacchi di Hezbollah che hanno costretto centinaia di migliaia di civili israeliani a evacuare.

Razzi dal Libano – In mattinata l’Idf aveva reso noto che quaranta razzi sono stati lanciati dal Libano verso la Galilea e le alture del Golan, alcuni sono stati intercettati dalle difese aeree israeliane, il resto ha colpito aree aperte provocando incendi. Il gruppo sciita pro Iran Hezbollah ha rivendicato l’attacco affermando di aver bombardato una base militare israeliana con decine di razzi Katyusha in risposta ai raid israeliani in Libano, tra cui uno che ha colpito una motocicletta nel villaggio costiero di Sarafand, a sud di Sidone.

Il missile dallo Yemen – Sabato, invece, in tante città del centro di Israele è scattato l’allarme per il lancio di un missile balistico dallo Yemen, costringendo centinaia di migliaia di persone a uscire per strada e correre nei rifugi. “Un missile lanciato dallo Yemen è arrivato in Israele e 20 missili intercettori non sono riusciti ad abbatterlo“, ha detto un funzionario del gruppo yemenita filoiraniano degli Houthi, citato da Sky news Arabia. Un messaggio in ebraico è stato postato su X da Hezam al-Asad, membro dell’ufficio politico degli Houthi: “Sia nei vostri rifugi sotterranei che fuori, vi converrebbe ascoltare con molta attenzione questo pomeriggio ciò che viene detto da Abdul-Malik al-Houthi (il leader del gruppo)”. Secondo fonti israeliane il missile è stato intercettato in aria e alcuni frammenti hanno colpito la stazione ferroviaria di Modin, a 25 chilometri da Tel Aviv. Le forze di difesa israeliane in un primo momento hanno detto che il missile è atterrato in un’area aperta, poi hanno hanno affermato non ha ferito nessuno perché colpito prima da un missile Arrow, poi da Iron Dome che ne ha intercettato i frammenti. Lo Yemen si trova a 2.000 chilometri da Israele. La gittata dei missili da crociera è di circa 2.000-1.900, ed è possibile che, affinché il missile raggiungesse la sua destinazione in Israele, il peso della testata sia stato abbassato per massimizzare la sua portata, il che lo rende molto meno letale, dice un report di Channel 12.

Houthi: “Israele aspetti attacchi in vista del 7 ottobre” – In un intervento televisivo, il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, ha minacciato gli israeliani affermando che possono aspettarsi altri attacchi e “operazioni rilevanti” nel periodo che precede l’anniversario dell’attacco del 7 ottobre. Saree ha affermato che un missile ipersonico è stato lanciato contro un obiettivo militare non specificato nell’area di Tel Aviv, causando “paura e panico” in Israele, e “costringendo più di due milioni di sionisti a correre nei rifugi per la prima volta nella storia del nemico (per mano dello Yemen, ndr)”.

Netanyahu: “Pagheranno un caro prezzo” – Il primo ministro israeliano, all’inizio della riunione di gabinetto della domenica, ha affermato che “gli Houthi dovrebbero sapere che chiunque cerchi di fare del male a Israele pagherà un caro prezzo“. Benyamin Netanyahu ha aggiunto che “chi ha bisogno di un promemoria visiti il porto di Hodeida“, facendo riferimento all’infrastruttura in Yemen, attacca nel mese di luglio scorso da Israele.

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