“Fino a qualche mese fa tra Grillo e Conte chi incarnava lo spirito del M5s delle origini era sicuramente Grillo. Poi quest’estate c’è stata una incredibile inversione di ruoli, per cui adesso Grillo è Conte e Conte è Grillo“. Così nella trasmissione In altre parole (La7) il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio si pronuncia sulla disamistade tra il fondatore del M5s, Beppe Grillo, e il suo attuale presidente Giuseppe Conte.

“Grillo – spiega Travaglio – ha sempre accusato Conte di essere un leguleio, uno che va per commi, sotto-commi, cavilli e vie legali. Adesso è Grillo che va per vie legali, consulta avvocati, minaccia ricorsi, emette diffide, vuole fare gli incontri di caminetto per decidere prima quello che l’assemblea ricostituente del M5s dovrà decidere a ottobre o a novembre. Conte, invece, cioè l’avvocato e professore, sta spiegando a Grillo che uno vale uno, che la democrazia dal basso è partecipativa, che se fai un’assemblea con gli iscritti sono loro che votano e decidono, non sei tu che decidi prima quello che devono votare loro dopo. Quindi – aggiunge – è incredibile che Conte, che 15 anni fa, quando il M5s è nato, non c’era, adesso stia spiegando a Grillo i fondamentali delle origini, che fino a qualche anno fa spiegava Grillo“.

Il direttore del Fatto cita le reazioni social della base del Movimento alle ultime iniziative legali di Grillo: “C’è stata una scarica di insulti, perché gli dicono: come puoi non accompagnare la tua creatura, che ha fatto così tanta strada, che è in piedi da 15 anni nonostante la dessero tutti per morta dal primo giorno, che ancora combatte e che sta risalendo nei sondaggi? Grillo – continua – dovrebbe accompagnare la sua creatura con la magnanimità e la generosità del padre nobile, come stanno facendo col Pd Bersani e Prodi, che mi dicono sia cattivissimo ma non vive di rancori. Come fai a ridurti a vivere di rancori? Ma sii felice di quello che hanno fatto i tuoi ragazzi invece di trattare la tua creatura come se fosse una proprietà tua. Sapere uscire di scena è molto più importante che saperci entrare“.

Massimo Gramellini chiede provocatoriamente a Travaglio come si comporterebbe se dovesse lasciare Il Fatto Quotidiano.
“Spero di non mettermi a sputare sul Fatto – risponde ironicamente Travaglio che cita il contratto annuale di Grillo col M5s – soprattutto se mi danno 300mila euro all’anno per consulenza d’immagine”.

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