Dopo ore di ricerche sono stati trovati i corpi di Susanna Recchia della figlia di tre anni. Il ritrovamento, come conferma l’assessore veneto alla Protezione civile Giampaolo Bottacin, è stato fatto in un isolotto del fiume Piave a valle del ponte di Vidor, in provincia di Treviso. Il procuratore Marco Martani, che ritiene la vicenda “senza ombre e dal chiaro sviluppo”, ha annunciato che la Procura di Treviso aprirà un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio-suicidio. Si riserva di attendere i dati sul primo esame necroscopico per valutare se affidare l’incarico per l’autopsia sui corpi. “È evidente che la donna era vittima di quella che viene definita depressione maggiore – dice Martani -, una malattia psichica che spesso non dà avvisaglie o quanto meno è difficile da interpretare per i non esperti. Una forma di depressione che fa vedere solo tragedie nel futuro e che, come probabile gesto protettivo, spinge a portare con sé quanti si amano”.

La 45enne aveva fatto perdere le sue tracce venerdì sera. L’auto della donna, una Volkswagen Tiguan di colore bianco, era stata trovata nel tardo pomeriggio di sabato, a Covolo di Pederobba, proprio vicino al ponte di Vidor che attraversa il fiume Piave, un luogo tristemente noto per diversi suicidi. A segnalare la scomparsa era stato il compagno che dopo essersi recato nell’abitazione della donna a Miane per prendere la figlia, non ha trovato né lei né la bambina. Le speranze di trovare la donna e la figlia in vita si erano affievolite subito dopo il ritrovamento su un tavolo di casa di una lettera di cinque pagine, nella quale Susanna Recchia annuncia l’intenzione di volersi uccidere. Secondo quanto si è appreso da fonti qualificate, la 45enne viveva una situazione di forte disagio psicologico, accentuata dal fatto che si stava separando dal compagno.

All’interno della Volkswagen gli investigatori non avevano notato tracce significative. Era parcheggiata nel piazzale di un bar, a poche decine di metri dall’imbocco del ponte. La donna aveva lasciato a casa il telefono cellulare ed il portafoglio con i documenti. Dopo il ritrovamento della vettura le ricerche di madre e figlia si erano concentrate nella zona. Per tutta la giornata di sabato e dalle prime luci di domenica i soccorritori hanno scandagliato l’area, vagliando anche i filmati delle videocamere per individuare i possibili spostamenti. Sul posto stanno operando le forze dell’ordine, i volontari della Protezione civile e i Vigili del fuoco. Vengono impiegati, tra l’altro, un elicottero, squadre nautiche dei pompieri, droni e cani molecolari. Nella notte, calata l’oscurità, la zona è stata comunque presidiata.

“La peggiore delle ipotesi si è purtroppo avverata, riempiendoci di tristezza: i corpi di Susanna Recchia e della sua bambina di tre anni sono stati rinvenuti su un isolotto nel fiume Piave, a circa due chilometri dal ponte di Vidor”, scrive il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in un post su Facebook. “Le ricerche della donna, 45 anni, residente a Miane, e della sua figlioletta erano iniziate subito dopo l’allarme lanciato dal compagno. L’auto era stata ritrovata sabato 14 settembre, alle ore 19, nei pressi del ponte di Vidor. Esprimo le mie condoglianze ai loro familiari e cari”.

Se hai bisogno di aiuto o conosci qualcuno che potrebbe averne bisogno, ricordati che esiste Telefono amico Italia (0223272327), un servizio di ascolto attivo ogni giorno dalle 10 alle 24 da contattare in caso di solitudine, angoscia, tristezza, sconforto e rabbia. Per ricevere aiuto si può chiamare anche il 112, numero unico di emergenza. O contattare i volontari della onlus Samaritans allo 0677208977 (operativi tutti i giorni dalle ore 13 alle 22).

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