Un conto corrente rubricato con il nome “stadio”, una cassetta di sicurezza e una società di scommesse per riciclare denaro. Ecco, secondo gli investigatori della Digos di Milano, dove starebbe il vero tesoro della Curva Nord dell’Inter recentemente finita nella bufera dopo l’omicidio del boss calabrese Antonio Bellocco, ucciso con 21 coltellate da Andrea Beretta. Entrambi, come è noto, facevano parte del direttivo della curva il cui frontman fino a pochi giorni fa era Marco Ferdico. Sangue versato, dunque, e il motivo è presto detto: soldi e affari. Tanto denaro che secondo gli ultimi atti della Procura starebbe appoggiato su un conto corrente e una cassetta di sicurezza. A organizzare il tutto anche durante la gestione di Vittorio Boiocchi poi ucciso il 29 ottobre 2022, un uomo, Marco F., ritenuto il vero cassiere di quella che a tutti gli effetti per gli investigatori è un’associazione a delinquere finalizzata a vari reati e che in non pochi casi ha utilizzati metodi di “stampo mafioso”. Scrivono così gli inquirenti: “Numerose sono le conversazioni captate in cui gli interlocutori fanno riferimento a utili da spartire a fine stagione, appropriazioni di denaro, ricavi derivanti da vendite di vario genere e cassa comune”. Di più: “Emerge che F. sia colui il quale custodisca il denaro derivante dalle attività della Curva Nord, o almeno una parte di tali introiti. Ed è proprio a lui, come si evince dalle telefonate, che il Direttivo si rivolgerà per stabilire la ripartizione degli utili di fine stagione, nonché, come nel caso di Vittorio Boiocchi, per avere un anticipo di tali profitti”.

Al conto corrente la Digos ci arriverà nel maggio del 2020 grazie anche a un ordine di esibizione atti. Si scoprirà così che il presunto cassiere da tempo gestisce un conto appoggiato presso la filiale milanese di via dei Gelsomini della Ubi banca. Conto che il cassiere “ha intestato come Rubrica Stadio”. Da una analisi più precisa si osserva, però, che i flussi sul conto risultano tutti tracciabili. Da qui gli investigatori presumono che “il conto corrente in esame venga utilizzato per le operazioni che, per loro stessa natura, debbano essere necessariamente tracciate mentre, per le somme contanti derivanti da attività meno lecite il (…) potrebbe utilizzare la cassetta di sicurezza n° 13 – ubicata presso la medesima filiale – alla quale egli è autorizzato ad accedere dal 12/09/2011 in virtù del contratto n° 46339”. Insomma, se il tesoro esiste risulta ben nascosto. Tanto che gli stessi inquirenti scrivono: “Accertamenti esperiti in merito agli accessi a tale cassetta non hanno però fatto emergere movimenti tali da poter essere con certezza ricondotti agli illeciti introiti della Curva e pertanto non si può escludere che il (…) o altri soggetti per suo conto detengano tali somme custodendole con altre modalità”.

Eppure, oltre al conto corrente e alla cassetta di sicurezza, un altro canale di occultamente del denaro ritenuto illecito dall’accusa emerge, stando agli atti della Procura, attorno a una società di scommesse. Si legge infatti in una nota della polizia giudiziaria: “Gli accertamenti effettuati nel corso delle indagini portano a ritenere che una parte delle entrate possano essere state riciclate per aprire un’agenzia di scommesse a Domodossola (VB). La circostanza è stata inizialmente riferita da fonti confidenziali di comprovata attendibilità”. Per quel che risulta l’agenzia di scommesse è di proprietà della Domobet service srl, con sede legale a Tronzano Vercellese (VC), unità locale a Domodossola. Tre i soci. Tra questi un soggetto “con precedenti di Polizia per stupefacenti e ricettazione, conosciuto quale ex appartenente alla Curva Nord e attualmente membro dell’Inter Club denominato Old Fans, il cui presidente risulta essere Renato Bosetti”, quest’ultimo oggi a capo del nuovo direttivo della Curva nominato dopo l’omicidio di Antonio Bellocco e l’arresto di Andrea Beretta. Tanto denaro, dunque, e diversi canali dove farlo confluire e occultarlo. Denaro che per quel che si comprende dalle intercettazioni finisce nelle tasche di un circolo ben ristretto di persone. Non solo appartenenti alla Curva nord. Del resto lo spiegherà Vittorio Boiocchi in una intercettazione decisiva per comprendere come dietro agli affari della Curva vi fossero e vi siano tutt’ora ben altri soggetti. Dirà Boiocchi il 27 marzo 2020: “Noi dobbiamo pensare di fare i piaceri all’altra gente, ci sono un po’ di persone da pensare”.

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