Un annuncio ufficiale non era previsto, ma dall’incontro tra Joe Biden e Keir Starmer alla Casa Bianca sono emersi segnali che gli Stati Uniti potrebbero cambiare la loro posizione in merito all’uso dei missili occidentali – sebbene al momento non gli Atacms americani – da parte di Kiev per colpire in profondità in territorio russo. Più nello specifico, l’intenzione del presidente americano è di autorizzare Gran Bretagna e Francia a consentire a loro volta all’Ucraina di utilizzare i loro missili a lungo raggio Storm Shadow e Scalp, che usano tecnologia Usa. Ipotesi che continua a innervosire Mosca. Dopo le minacce di Vladimir Putin alla Nato, stavolta è l’ex presidente Dmitry Medvedev a mettere in guardia: “Nessuno vuole usare le armi nucleari, ma ci sarebbero i presupposti formali per farlo. La pazienza della Russia sta per finire”.

La discussione sui missili, ha spiegato il premier britannico Starmer, continuerà “nei prossimi giorni con un gruppo più ampio di soggetti” a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York, dove torneranno a vedersi anche con altri partner occidentali e con Volodymyr Zelensky. Biden e Starmer hanno anche espresso “profonda preoccupazione” per la fornitura di armi letali alla Russia da parte dell’Iran, già nel mirino di sanzioni americane e di altri Paesi occidentali. Il G7 a guida italiana ha condannato in una nota le esportazioni da Teheran di missili e droni utilizzati da Mosca “per uccidere civili ucraini”, intimando all’Iran di “cessarle immediatamente“. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono sempre più preoccupate dalla possibilità che la Russia condivida con l’Iran informazioni e tecnologie segrete che spingano Teheran più vicino a costruire armi atomiche, in cambio di missili balistici iraniani per la guerra in Ucraina. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali il tema è stato oggetto di confronto fra Joe Biden e Keir Starmer.

Anche con questi ragioni viene giustificato il via libera all’Ucraina a utilizzare le armi in territorio russo. Ma tra gli alleati della Nato non mancano i distinguo: l‘Italia è contraria, mentre è arrivato il no anche della Germania. Durante un discorso pubblico a Prenzlau nel Brandeburgo, il cancelliere Olaf Scholz ha assicurato che la Germania “continuerà a sostenere militarmente l’Ucraina” in modo che il paese “non crolli” ma ha sottolineato che rimarrà contrario all’idea che Kiev utilizzi armi a lungo raggio tedesche per attaccare obiettivi in Russia. “Resto fermo sulla mia posizione, anche se altri paesi decidono diversamente”, ha affermato il cancelliere tedesco. Si sono dette favorevoli invece la Finlandia e la Svezia, le ultime arrivate nell’Alleanza atlantica, purché – ha precisato la ministra degli Esteri di Helsinki Elina Valtonen – “siano utilizzate in conformità con il diritto internazionale”. Ovvero solo contro obiettivi militari e legittimi, proprio come promette di fare Zelensky.

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