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Chi è Ryan Wesley Routh l’uomo che ha tentato di sparare a Trump: era stato in Ucraina per combattere

L’uomo armato che ha tentato di sparare al club di golf di Trump è stato identificato come Ryan Wesley Routh, 58 anni. Ha una sfilza di precedenti penali, lunga oltre 20 anni, e nel 2002 fu arrestato nel North Carolina quando aveva 36 anni per il possesso di una mitragliatrice, che la polizia allora, sulla scia degli eventi dell’11 settembre, classificò come “arma di distruzione di massa”.

Dal North Carolina si era trasferito alle Hawaii, lavorò nel ramo dell’edilizia popolare come autonomo. Fra i precedenti che si susseguono sulla fedina penale di Routh ci sono anche l’aver portato di nascosto un’arma, possesso di oggetti rubati, mancato soccorso dopo un incidente, resistenza a pubblico ufficiale, guida con la patente sospesa e altre reati minori, per i quali è stato in libertà vigilata. Il suo account LinkedIn rivela che ha frequentato la North Carolina Agricultural and Technical State University e che si è trasferito alle Hawaii nel 2018. Routh era stato intervistato dal New York Times nel 2022 e poi dall’Afp a Kiev perché era stato in Ucraina e voleva combattere a fianco degli ucraini contro il “terrorista Putin”, ma per i 56 anni non fu accettato.

“Putin terrorista” – “Sono determinato a volare a Cracovia e poi andare al confine con l’Ucraina come volontario per combattere e morire…Posso essere da esempio. Dobbiamo vincere”, scrisse sul suo account su X nel marzo del 2022, poco dopo l’invasione russa, scrive il New York Times, che per l’occasione lo intervistò. Alla France Presse che lo intervistò a Kiev durante una manifestazione nell’aprile del 2022, Routh dichiarò: “Putin è un terrorista e deve essere eliminato. C‘è bisogno che tutti, in tutto il mondo, lascino quello che stanno facendo e vengano qui, ora“.

Come “piano B”, riportano i media Usa, si era impegnato in Ucraina a reclutare personale per lo sforzo bellico. ”Abbiamo bisogno di migliaia e migliaia e migliaia di persone qui a combattere con gli ucraini”, aveva detto Routh sottolineando che il mondo si trovava in un “momento critico” della guerra, che aveva definito una lotta tra il bene e il male. “Questa è la cosa più importante che sta succedendo nel mondo oggi, quindi starsene seduti e lasciare che la vita continui normalmente, lamentandosi dei prezzi della benzina e lamentandosi della vita nel lusso e del paese in cui vivete è inaccettabile come esseri umani”, aveva detto.

Secondo Semafor, che aveva intervistato Routh lo scorso anno, l’uomo era “frustrato” dagli ostacoli che incontrava nel reclutare combattenti pro Kiev, posti anche dall’Ucraina nei confronti degli stranieri. “Hanno paura che chiunque sia una spia russa”, aveva detto Routh a Semafor. Il 58enne era stato sostenitore di Trump nel 2016, ma poi aveva cambiato dando il suo sostengo a Biden. Il figlio dell’uomo è apparso stupito: Ryan è mio padre e non ho commenti da rilasciare, se non che è un uomo onesto e gran lavoratore. Non so quello che è accaduto in Florida: da quello che ho sentito non sembra la persona che io conosco. È un bravo padre”.

Aveva votato Trump – Routhnel giugno 2020 aveva pubblicato un post su X diretto all’allora presidente per dirgli che sarebbe stato rieletto se avesse emesso un ordine esecutivo per il Dipartimento di Giustizia per perseguire la cattiva condotta della polizia. Quell’anno aveva anche pubblicato contenuti social a sostegno della campagna presidenziale dell’allora rappresentante degli Stati Uniti delle Hawaii Tulsi Gabbard, ex dem che ha lasciato il partito per appoggiare Trump. Negli ultimi anni, tuttavia, i suoi post social suggeriscono che abbia cambiato opinione nei confronti di Trump, esprimendo il suo sostegno al presidente Joe Biden e alla vicepresidente Kamala Harris. A luglio, dopo l’attentato a Trump in Pennsylvania, Routh aveva esortato Biden e Harris a visitare i feriti della sparatoria in ospedale e a partecipare al funerale di un ex capo dei pompieri ucciso durante il comizio.

Il libro – L’attentatore l’anno scorso ha pubblicato in autonomia un libro di 219 pagine in cui racconta dettagliatamente i suoi sforzi per sostenere l’Ucraina nella guerra contro la Russia. In particolare Routh descrive la sua disillusione nei confronti della guerra in Ucraina, che definisce “impossibile da vincere”. Il libro affronta anche la questione della presa del potere dei Talebani in Afghanistan e della situazione politica a Taiwan, con le crescenti minacce militari da parte della Cina.
Il libro, pubblicato su Amazon senza alcun editore, è intitolato: ‘La guerra impossibile da vincere dell’Ucraina: il difetto fatale della democrazia, l’abbandono del mondo e il cittadino globale: Taiwan, Afghanistan, Corea del Nord e la fine dell’umanità’.

In questo libro Routh racconta come si era recato al confine tra Polonia e Ucraina nel tentativo di arruolarsi in guerra, ma “a 56 anni e senza alcuna esperienza militare, sono stato respinto con riluttanza dal personale” dell’ufficio di frontiera. A Kiev cercò di arruolare più combattenti per lo sforzo bellico, allestendo un centro di volontariato improvvisato in Piazza dell’Indipendenza prima che venisse smantellato dalla polizia. Poi e trascorse diversi mesi accampato per protestare in vari luoghi della città. “Avevo dedicato ogni mia motivazione ed energia che potevo raccogliere per l’Ucraina e sono tornato a mani vuote”, ha detto descrivendo i suoi tentativi falliti di costruire droni per l’esercito ucraino con un team di ingegneri internazionali. Routh ha anche utilizzato il suo account personale di Facebook l’anno scorso per incoraggiare gli stranieri a combattere in Ucraina contro la Russia. Ha cercato di arruolare cittadini afghani presentandosi come un collegamento non ufficiale con il governo ucraino.

Intanto un ufficiale della legione straniera ucraina ha raccontato a Cnn che Ryan Wesley Routh li aveva contattati più volte, ma ha affermato di non aver mai fatto parte dell’unità militare in cui combattono i volontari stranieri. “Il modo migliore per descrivere i suoi messaggi è ‘idee deliranti'”, ha detto Oleksandr Shaguri del Dipartimento di coordinamento degli stranieri del Comando delle forze terrestri. “Ci offriva un gran numero di reclute da diversi Paesi, ma per noi era ovvio che le sue offerte non erano realistiche. Non abbiamo nemmeno risposto, non c’era nulla a cui rispondere”.