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Un termine pittoresco ma fuorviante spesso usato nella divulgazione evoluzionistica è quello di “antenato comune” a due razze o a due specie. In questo post cercheremo di rispondere alla domanda: come avviene la formazione di una specie o di una razza a partire da un gruppo inizialmente omogeneo? Ancora una volta avremo modo di osservare che nell’uomo i meccanismi di formazione di specie e razze non trovano le condizioni per stabilizzarsi.

Se una popolazione animale, inizialmente omogenea (cioè con frequenze geniche uguali in tutti i sottogruppi in cui è possibile dividerla) va incontro ad una segregazione geografica o di altro tipo, per cui si formano due gruppi e gli accoppiamenti non sono più totalmente casuali, ma prevalentemente interni a ciascun gruppo (endogamia), i due gruppi cominciano a divergere geneticamente. Le cause sono quelle esaminate in un post precedente: deriva genica, mutazioni, selezione naturale.

Inizialmente i due gruppi rimangono interfecondi, e le differenze genetiche ne fanno due varietà o razze distinte. Nel lungo periodo l’accumularsi delle differenze genetiche può compromettere l’interfecondità e i due gruppi diventano due specie distinte. Il punto fondamentale da considerare è che non esiste mai un singolo antenato di una specie o gruppo: il differenziamento razziale e la speciazione avvengono sempre a partire da gruppi numerosi e che hanno già in partenza una loro varietà genetica, che viene modificata differentemente nei due gruppi dall’endogamia, prevalente o assoluta.

Questa è una delle ragioni per la quale le popolazioni umane sono molto diverse dalle razze animali ottenute con le pratiche zootecniche: in zootecnia gli accoppiamenti sono selezionati allo scopo di ottenere certe caratteristiche fisiche e spesso una razza viene prodotta a partire da un numero limitatissimo di “antenati”. Di fatto se per razza intendiamo le varietà codificate di cani o di bovini, queste sono costrutti esclusivamente artificiali che non si realizzerebbero mai in natura, né per l’uomo né per altri animali.

Abbiamo visto in un post precedente che gli esseri umani extra-africani moderni sono i discendenti di uno o pochi gruppi che migrarono fuori dall’Africa circa 100.000 anni or sono. Questi gruppi, grazie alla ricchezza di nutrimento che gli ambienti via via colonizzati potevano offrire, andarono incontro ad una enorme espansione demografica e la loro migrazione verso l’Asia e l’Europa fu appunto una espansione, più che un viaggio, e richiese molti millenni. Nel corso dell’espansione demografica extra-africana si verificarono mutazioni geniche che differenziarono parzialmente i vari gruppi.

La specie umana ha una dinamica riproduttiva lenta, per il tardo raggiungimento della maturità sessuale, e quindi tutti i fenomeni che alterano la struttura genetica della popolazione richiedono tempi molto lunghi, compatibili però con i lentissimi spostamenti che avvenivano in epoca preistorica. A causa di questa concomitanza di fattori il rimescolamento genico dei gruppi in epoca preistorica era limitato e questo favorì il differenziamento genico delle popolazioni, creando l’impressione che l’umanità sia divisa in “razze”.

Una volta completata la colonizzazione del pianeta le ragioni del differenziamento locale verificatosi nel corso dell’espansione demografica vennero meno e prevalse invece il rimescolamento genico, favorito dal fatto che la mobilità dell’uomo si era invece fatta più rapida.

Per riassumere: le razze in condizioni naturali si possono formare se la specie considerata si divide in gruppi la cui dinamica riproduttiva è rapida rispetto alla velocità con la quale i gruppi si scambiano membri tra loro; non si possono formare invece se i gruppi si scambiano membri tra loro più rapidamente di quanto non riescano a generare differenze nelle rispettive frequenze geniche.

Nella storia dell’umanità queste condizioni si sono verificate soltanto nei periodi di colonizzazione di nuovi ambienti africani o extra-africani, e per durate di tempo che per quanto lunghe erano insufficienti a creare differenze nelle frequenze geniche comparabili con quelle osservate nelle razze ottenute in zootecnia. Inoltre le migrazioni e conquiste militari successive alla colonizzazione del pianeta hanno largamente rimescolato quelle differenze geniche che si erano formate precedentemente.

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