Giuseppe Conte sta valutando la sospensione dei contratti che legano Beppe Grillo al Movimento 5 stelle. Lo scrive l’ex presidente del consiglio nella lettera inviata al fondatore del Movimento. L’ultima puntata dello scontro tra il leader e il garante è contenuta inuna missiva di quasi cinquemila battute. Si tratta della pec citata ieri da fonti vicine a Grillo, che avevano fatto filtrare lo stato di amarezza vissuto dal comico. Una mail che ha provocato “irritazione” nel fondatore del Movimento, descritto come “sotto ricatto“. Secondo le fonti, infatti, Conte aveva ricordato a Grillo i suoi obblighi contrattuali, compreso quello da 300 mila euro per contribuire alla comunicazione M5S.
I contratti – Ancora oggi il fondatore dei 5 stelle ha incalzato l’ex premier, chiedendo i pubblicare “in tempi brevi” l’intero carteggio. Alla fine a pubblicare la mail di Conte è stato il Corriere.it. Nella missiva l’ex premier contesta gli attacchi lanciati da Grillo: “Queste esternazioni – scrive -sono del tutto incompatibili con gli obblighi da te specificamente assunti nei confronti del Movimento con riferimento sia alla malleveria sia ai contratti di pubblicità e comunicazione“. Per questo motivo, l’avvocato sostiene di sentirsi obbligato “a valutare possibili iniziative dirette a sospendere l’esecuzione delle prestazioni a carico del Movimento derivanti dalla malleveria, e il recesso dai contratti di pubblicità e comunicazione”. Il riferimento è all’accordo relativo alla manleva sulle cause penali e civili con cui il fondatore s’è impegnato a non sollevare contenziosi su nome, simbolo e altre modifiche cruciali. Il secondo contratto, invece, riguarda una consulenza da 300mila euro affidata a Grillo per progetti di comunicazione a favore dell’immagine 5 Stelle.
“Stai accreditano una concezione dominicale” – Invece, secondo Conte, gli attacchi lanciati dal comico “stanno accreditando agli occhi della opinione pubblica una concezione ‘dominicale’ del Movimento, considerato che una singola persona – per quanto essa sia il meritevole ‘fondatore‘ – pretende di comprimere il confronto deliberativo all’interno dell’associazione, contrastando in modo plateale il valore fondamentale che ha ispirato la nascita e lo sviluppo del Movimento stesso: il principio democratico e della libera partecipazione dei cittadini ai processi decisionali”. Secondo l’ex premier la condotta di Grillo “sta alimentando il dibattito pubblico con connessi accenni a futuri contenzioni legali e a potenziali scissioni, rischia di appannare le energie e l’entusiasmo che questo processo costituente sta liberando, con il risultato di compromettere gli sforzi che una intera Comunità sta portando avanti per rilanciare – con forza e decisione – l’azione politica del Movimento, coinvolgendo anche i simpatizzanti non ancora iscritti“. Ecco perché Conte valuterà se sospendere i contratti che legano i 5 stelle a Grillo.
La missiva – Nella prima parte della sua missiva, invece, l’ex premier usa un tono da legale per replicare alle contestazioni del fondatore “La custodia dei valori fondamentali dell’azione politica del movimento e il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme statutarie (non voglio qui discutere la legittimità e la concreta rilevanza giuridica di tale altisonante previsione), si risolvono in unamoral suasion, ma di certo non si estendono all’esercizio di un supposto diritto di veto o addirittura alla inibizione della consultazione assembleare su uno o più temi della vita del Movimento”, è il preambolo scelto da Conte. “Un insuperabile ostacolo a questa tua visione è il principio democratico su cui si fonda ogni esercizio di attività associativa politica. Questo è un principio fondamentale del nostro ordinamento giuridico – a prescindere da specifiche previsioni statutarie – che vale per tutti gli organismi associativi, ancor più per le associazioni politiche, e che attribuisce all’Assemblea degli iscritti un potere ‘sovrano‘”, prosegue ancora il presidente dei 5 stelle. Che poi ricorda: “Questi principi sono ben richiamati – ove ce ne fosse bisogno – anche nel nostro Statuto che, all’atto di definire le ‘finalità’ essenziali del Movimento, prevede: a) L’Associazione garantisce il più ampio spazio di confronto democratico e le più intense modalità di scambio di idee, di opinioni e di valutazioni tra i propri Iscritti. L’Associazione si propone, inoltre, di mantenere un dialogo costante con la società civile e con gruppi, associazioni, organismi variamente rappresentativi, anche non iscritti all’Associazione stessa, in modo da sollecitare l’elaborazione e la raccolta di idee, progetti, suggerimenti, utili ad arricchire le proprie iniziative politiche, sociali e culturali e a migliorare la società e le condizioni di vita dei cittadini. b) L’Associazione riconosce a tutti gli Iscritti, in conformità con le disposizioni della Carta dei Principi e dei Valori, del presente Statuto, dei Regolamenti e del Codice Etico ed in specie attraverso lo strumento della Rete, un effettivo ruolo di indirizzo e determinazione delle scelte fondamentali per l’attività politica dell’Associazione” (così l’art. 2.2, lett. a), dello Statuto)”.
Nessuna norma su nome, simbolo e mandati – Insomma quella di Conte è una sorta di memoria difensiva, che giustifica la linea politica portata avanti dall’ex premier. Grillo infatti ha pesantemente attaccato l’Assemblea costituente che, nei piani di Conte, servirà a ristrutturare e rilanciare il Movimento. In particolare il garante ha fatto muro sulle ipotesi di modifica del nome e del simbolo e su eventuali cambiamenti alla norma sul limite dei due mandati in Parlamento. “Quanto alla impossibilità di aprire un confronto deliberativo sui principi fondativi del Movimento 5 Stelle – scrive Conte – ti rammento che nessuna norma statutaria è sottratta a possibili modifiche e/o revisioni da parte dell’assemblea; la stessa Carta dei principi e dei valori è in astratto modificabile (art. 10, lett. h, dello Statuto); così come è prevista dallo statuto (art. 13, lett. a, dello Statuto) la possibilità di modificare il simbolo. Quanto al nome non esistono disposizioni specifiche che ne impediscono la modificazione, soggiacendo quindi una simile eventualità alle ordinarie regole di revisione statutarie. Infine, la regola del limite del doppio mandato è contenuta nel Codice Etico (in sé sottratto al tuo potere di interpretazione autentica), anche esso modificabile tramite consultazione in rete (art. 17, lett. a, dello Statuto)”. E dunque, conclude l’ex premier, “ne deriva che nessuna preclusione può essere imposta al potere deliberativo dell’assemblea su nessuno dei temi sopra richiamati né tanto meno il tuo potere di veto, come pure scrivi, può estendersi genericamente anche a ulteriori temi che dovessero emergere e/o risultare all’esito della consultazione tra gli iscritti”.