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Coppa Davis, l’Italia che torna a Malaga fa paura (con un Berrettini in più). La rivale è la Spagna: ora tutti sognano un Sinner-Alcaraz

Obiettivo: confermarsi campioni del mondo. Il primo passo della missione è stato compiuto senza particolari problemi. Magari con qualche brivido, ma senza pericoli reali. Tre vittorie su tre incontri, primo posto nel gruppo A della fase a gironi di Coppa Davis. E tutto senza il numero 1 del mondo Jannik Sinner e il bronzo olimpico Lorenzo Musetti. Niente a che vedere insomma con l’andamento di un anno fa, quando gli azzurri rischiarono seriamente di venire eliminati da Canada e Cile. Quella di scena all’Unipol Arena di Bologna non è stata un’Italia scintillante, ma solo quella che serviva per volare a Malaga, dove si disputeranno le Finals dal 19 al 24 novembre prossimo. Un risultato raggiunto grazie al successo del Brasile sul Belgio di sabato scorso, e certificato poi dalla vittoria sull’Olanda per 2-1, firmata da Berrettini (3-6 6-4 6-4 a Botic van de Zandschulp) e Cobolli (7-6 4-6 6-3 al numero 1 olandese Tallon Griekspoor), prima dello stop indolore di Simone Bolelli e Andrea Vavassori contro il duo Koolhof-Van De Zandschulp per 7-6 7-6. Ora prossimo ostacolo nei quarti di finale? Una tra Argentina e Australia.

È stata senza dubbio la settimana del riscatto di Matteo Berrettini. L’uomo più atteso della vigilia. La scorsa stagione era stato costretto a guardare da fuori; infortunato, impossibilitato ad assumere un ruolo da protagonista, con la testa piena di dubbi e timori. Oggi tutto si è capovolto. Senza Sinner e Musetti è toccato a lui indossare i panni del trascinatore con tre vittorie su tre partite disputate. Non sono stati match semplici, ma lottati punto dopo punto, da cui il romano è uscito vincente grazie a una personalità e una condizione pienamente ritrovata. Performance che rappresentano una seria candidatura per ricoprire il ruolo di secondo singolarista in vista dell’appuntamento di Malaga. Per insidiare la posizione che per ora è saldamente nelle mani di Lorenzo Musetti. Tutto sarà valutato a tempo debito, in base alla classifica di fine anno e soprattutto alle varie condizioni fisiche, ma intanto Berrettini c’è, è pronto per prendersi quello che la sfortuna gli ha tolto nel 2023, ovvero l’Insalatiera sul campo.

Quella di Filippo Volandri è stata una squadra pragmatica. Un temperamento che è stato impersonificato anche dalle prestazioni di Matteo Arnaldi e Flavio Cobolli. Il sanremese ha giocato solo la prima partita contro il brasiliano Thiago Monteiro, prima di fermarsi a causa di un fastidio muscolare. Non ha brillato, ma ha comunque fatto l’unica cosa necessaria: vincere. Una battaglia durata 3 ore e 40 minuti altalenante e piena di tensione, che alla fine ha regalato il primo successo agli azzurri. Fondamentale per indirizzare subito il girone nel verso giusto.

Chi invece ha vissuto una parabola di sconfitta e riscossa è stato Flavio Cobolli. Esordiente assoluto con la maglia azzurra, il giovane romano è prima crollato sotto il peso della tensione contro il Belgio, poi si è tolto di dosso ogni paura e ha sfoggiato la sua versione migliore, quella che gli ha permesso di crescere in maniera esponenziale in questa stagione, fino ad arrivare a ridosso della top 30. Vero, la sfida contro l’olandese Tallon Griekspoor è arrivata con l’Italia già matematicamente qualificata, però c’era ancora un importante primo posto da conquistare. Una vittoria di determinazione, che ripaga mesi di sacrifici, bocconi amari, soddisfazioni crescenti. “È sempre stato il mio sogno indossare questa maglia e aver vinto la prima partita mi rende orgoglioso – ha detto Cobolli nel post-gara -. Ho lavorato molto in questi mesi per riuscire entrare in Nazionale. Siamo un gruppo affiatato, mi hanno fatto sentire come se fosse una casa. Io metto sempre tutto quando scendo in campo, soprattutto in Davis”.

Per la fase finale di Malaga mancano ancora due mesi, ma l’attesa è già enorme. Il sogno di tutti adesso (appassionati, ITF e Atp) è che la 112esima edizione della Coppa Davis venga decisa da una finale tra i padroni di casa della Spagna e l’Italia. In parole povere: Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz. La rivalità del presente e del futuro portata a livello Davis. Dopo le tante polemiche per il nuovo format – senza più la variabile trasferta, la scelta della superficie o le partite tre su cinque – la prospettiva di uno scontro tra l’azzurro e lo spagnolo sarebbe un volano incredibile per ridare definitivamente slancio ed epicità a una delle manifestazioni storiche del mondo del tennis. Sarebbe anche la giusta e coerente conclusione per un anno che ha segnato un cambio d’epoca definitivo e l’inizio di una storia nuova. La loro.