C’è un vecchio detto sardo che dice: “Centu concas centu barritas”, ossia cento teste cento berretti. Il significato è molto semplice ma profondo, racchiude la forte propensione di ragionare con la propria testa e a trovarsi così spesso in disaccordo gli uni con gli altri. Questo può essere un bene in alcuni casi ma un enorme problema se accade nella politica e soprattutto ad alcuni politicanti.

Il detto veste perfettamente la situazione attuale dei riformisti o pseudo tali in Italia. Come ormai ampiamente risaputo e appurato nelle grandi democrazie esistono due grandi coalizioni che si contendono il governo della nazione. E’ un dato oggettivo e di semplice matematica. Per governare devi vincere le elezioni. Non c’è spazio alla filosofia. Arriviamo alla situazione attuale.

Dopo che Carlo Calenda ha deciso di distruggere un partito unitario dei riformisti, lo scenario è molto semplice. Da una parte esiste una coalizione di centro-destra e dall’altra una serie di partiti all’opposizione. Il governo Meloni riesce al momento a stare in piedi perché sempre unito dalla voglia di stare al potere. Ogni partito fa il suo ruolo e il suo gioco.

Forza Italia riesce ancora a stare a galla per un semplice motivo: è al governo e nei partiti riformisti dell’opposizione esiste un grande caos. Facile per Tajani attrarre nuovi Parlamentari in uscita da altri partiti. Il più eclatante al momento potrebbe essere il passaggio di Enrico Costa da Azione a Forza Italia, Carfagna e Gelmini potrebbero anche loro uscire da Azione e andare con Lupi. Insomma, Calenda è destinato ad essere sempre più isolato.

Al momento dice che non vuole una alleanza strutturale con il Pd e i 5Stelle ma di fatto è già con loro per le prossime Regionali.
Non ha altra strada. Cerca come al solito di fare il controcanto a Renzi ma è film già visto. Quindi, la posizione di Calenda è molto semplice: non vuole allearsi con nessuno ma è già con il Pd. E per questo ha il gruppo parlamentare sempre più ridotto all’osso.

Vengo ora ad Italia Viva. Italia Viva avrà la sua Assemblea nazionale il 28 settembre prossimo. Sarà l’occasione per discutere e decidere sul suo futuro. Renzi aveva aperto anche ad un eventuale nuovo Congresso. Congresso che aveva richiesto pretestuosamente Marattin, uscito ufficialmente dal Partito una settimana fa. Stesso copione delle uscite di Bonetti e Rosato. Uno psicologo direbbe che per affrancarsi hanno dovuto parlare male e denigrare il loro padre politico, ossia Matteo Renzi. Qualche giorno di visibilità e poi fine. Vedremo cosa faranno da grandi.

Al momento però l’unica chiara e reale prospettiva politica è quella di riformare un nuovo centro sinistra per andare a governare il Paese. Per fare questo occorre fare scelte precise di campo. Fare il pesce in barile non serve più. Non è più il tempo degli intellettuali con le mani in tasca. Occorre metterci non solo la faccia ma anche prendere i voti e non i veti. Da quando conosco la politica non ho mai sentito politici di centro destra mettere veti pubblicamente sulle persone e possibili candidati alleati.

Il virus è cresciuto, invece, nel centro sinistra da quando si è snaturato ogni ragionamento sui temi e si è passati alle polemiche per antipatie personali. Ci vorrebbe un documentario. Un degrado incomprensibile.

Da qui, però, bisogna partire. Italia Viva ha una grossa responsabilità al momento: fare da traino per la ricostruzione del centro verso la coalizione di centro sinistra. Una fase costituente che con la scelta chiara di campo possa recuperare quell’elettorato moderato e riformista che ha sempre guardato ai progressisti e non ai conservatori. Questo è il compito di chi pensa alla collettività e non al proprio orticello. Chi in questi giorni non capisce questo non ha sicuramente a cuore l’interesse a creare una alternativa di governo. Perché chi in questi mesi continua a dire di voler creare un nuovo partitino dei “riformisti” (termine oramai abusato e diventato ossimoro di se stesso) slegato dal centro destra e dal centro sinistra mente sapendo di mentire per tanti motivi.

Per prima cosa un partitino da solo non potrà mai governare. O si allea con la destra o con la sinistra. Continuare a dire il contrario, dopo le precedenti esperienze, è una presa in giro. Chi dice basta a partiti personali ma poi si autoproclama leader, ma solo di se stesso, nasconde solo un enorme narcisismo misto a saccenza e non certo acume politico. Bisogna guardare la realtà e dire le cose come stanno. Questo giochino lo ha fatto già il Grillo della prima ora. E’ finito per allearsi prima con la Lega e ora con il Pd. Ma facendo questo è passato dal 33% al 10%. Una scelta di campo è necessaria. In Italia non mancano i partiti mancano i politici umili e non divisivi. Per questo Italia Viva e il suo futuro sono fondamentali per la nascita di una alternativa al governo Meloni.

Bisogna unire e lavorare sui temi. Chi continua a voler dividere fa semplicemente il gioco degli avversari. E’ talmente elementare che fa incazzare. E’ il tempo di iniziare questo nuovo percorso costituente ridando casa a coloro che in questo momento storico sono senza un partito che stia chiaramente da una parte della barricata. Questo è quello che è mancato ed è quello che bisogna costruire.

Tutti i personalismi li aspetteremo al momento delle elezioni con grandi sorrisi.

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