Politica

Enrico Costa lascia Azione e va in Forza Italia: “Calenda si allea con chi ha criticato le mie proposte sulla giustizia”

Qualche giorno fa si era rifiutato di confermare i retroscena. Ma che Enrico Costa fosse a un passo da ritorno in Forza Italia era praticamente scontato. E alla fine il ritorno ad Arcore si è concretizzato. “Provengo da una tradizione liberale e intendo impegnarmi al fianco di chi condivide gli stessi valori e principi. Con […]

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Qualche giorno fa si era rifiutato di confermare i retroscena. Ma che Enrico Costa fosse a un passo da ritorno in Forza Italia era praticamente scontato. E alla fine il ritorno ad Arcore si è concretizzato. “Provengo da una tradizione liberale e intendo impegnarmi al fianco di chi condivide gli stessi valori e principi. Con l’adesione al gruppo parlamentare di Forza Italia, che formalizzerò a breve, proseguirò le battaglie garantiste che da sempre conduco. Le convergenze sui temi della giustizia, a partire dalla separazione delle carriere, sono infatti oggettive: lavorerò al fianco di colleghi esperti e preparati con i quali il confronto costruttivo non è mai cessato”, dice l’ormai ex parlamentare di Azione, uscito dal partito in polemica con la decisione di Carlo Calenda di aderire al centrosinistra per le regionali in Liguria.

“Sono stato il primo deputato ad aderire ad Azione – scrive Costa – ed ho vissuto ogni istante con la responsabilità e la consapevolezza di aver coinvolto tante persone in un percorso terzo e liberale. Ho subito con sofferenza la frantumazione del Terzo Polo e le scelte conseguenti che hanno intaccato la terzietà di Azione. Uno spostamento progressivo dal progetto originario con un pullulare di alleanze a senso unico è per me del tutto innaturale. Non ho condiviso questo percorso e, pur rispettandolo, non posso seguirlo”.

Il padre del bavaglio sulle ordinanze di custodia cautelare, dunque, torna a Forza Italia, partito che l’aveva eletto per la prima volta in Parlamento nel 2006 e in cui era tornato dieci anni dopo, dopo aver seguito Angelino Alfano nell’avventura del Nuovo centrodestra. Nel 2020 Costa aveva lasciato una seconda volta la corte di Silvio Berlusconi, per seguire Calenda. “Mi sono sforzato di spiegare che Azione era nata all’opposizione del Governo Conte bis, composto dalle stesse forze del Campo Largo, ma le mie osservazioni sono state liquidate come critiche di un insofferente, anziché seri argomenti di discussione. E’ sotto gli occhi di tutti – aggiunge – che i partiti del campo largo hanno posizioni antitetiche rispetto alla linea che abbiamo rappresentato in questi anni. E’ sufficiente pensare alla violente critiche che hanno riservato alle mie proposte sulla giustizia per avere chiara l’impraticabilità di quell’area da parte di chi sostiene una politica garantista”.

Le proposte sulla giustizia di Costa, invece, sono piaciute tantissimo all’attuale maggioranza. Nonostante Azione sia formalmente all’opposizione, infatti, più volte i provvedimenti di Costa sono stati votati dai parlamentari della coalizione di governo: il divieto di pubblicazione delle ordinanze cautelari, ma anche un ordine del giorno al decreto Carceri, che punta a impedire di sottoporre a custodia cautelare i colletti bianchi incensurati.