Si sono ritrovati in circa 300, a Foggia, di fronte ad una delle porte del Policlinico della città, per manifestare contro le aggressioni al personale sanitario. La protesta, voluta dai sindacati, ha coinvolto medici e infermieri ed ha avuto luogo questa stamattina, facendo seguito ai tre casi di aggressione verificatisi, negli ultimi giorni, nell’ospedale della città.
Messaggi di solidarietà sono arrivati anche dai colleghi della Campania, un’altra regione che è stata oggetto di episodi di violenza e che ha ospitato un’altra manifestazione, organizzata al Cardarelli di Napoli, per chiedere più tutela e sostegno per il personale sanitario. Durante la riunione di Foggia, ciascuno dei medici ha raccontato le difficoltà di ogni giorno e le minacce continue, mentre molte delle dottoresse hanno anche confessato di avere para a rimanere sole nei presidi di continuità assistenziale, soprattutto nelle ore notturne. “Abbiamo paura di lavorare in queste condizioni. Non le nascondo che anche io, spesso, sono stata vittima di minacce e aggressioni”, racconta Alessandra Manzi, che lavora nelle sedi della ex guardia medica della provincia.
Il sostegno della politica – Presenti anche i rappresentati politici della Regione Puglia e dell’amministrazione comunale. “Ribadisco l’impegno del Governo a mettere in atto con celerità ulteriori misure anti aggressioni a difesa di chi si occupa della nostra salute. Sono al fianco dei medici, degli infermieri, degli operatori sanitari, degli studenti e degli specializzandi che questa mattina hanno manifestato dopo i recenti e incresciosi episodi di violenza ai danni del personale sanitario dell’ospedale”, ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. E ha aggiunto che è “giusto manifestare e far sentire la propria voce, per ripristinare il diritto a lavorare per la salute dei cittadini in serenità e soprattutto in sicurezza“. “Spero che da Foggia, che non è la capitale delle aggressioni, possa partire una programmazione nuova in tema di sanità”, ha detto il direttore generale del policlinico Riuniti di Foggia Giuseppe Pasqualone. “Bisogna mettere in sicurezza tutti i medici e gli operatori sanitari per garantire la salute della popolazione“, ha aggiunto. Si è unito alla richiesta di sicurezza anche il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, che ha sottolineato il dovere del Governo di “rafforzare i presidi di polizia negli ospedali e nei pronto soccorso”. “Bisogna mettere in sicurezza tutti i medici e gli operatori sanitari per garantire la salute della popolazione. Occorre che siano ripristinate al più presto condizioni di sicurezza e serenità per tutti”, ha dichiarato Pierluigi De Paolis, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Foggia.
La rabbia dei sindacati – Nel frattempo, si è insediato un gruppo di lavoro della Asl che ha anche deciso di attuare “la promozione di maggiori ed omogenei livelli di sicurezza nelle strutture sanitarie”. Tuttavia, i sindacati rimangono indignati per la situazione del personale sanitario: “I medici ospedalieri non sono più disposti a lavorare in ambienti poco sicuri e in condizioni psicologiche tali da non assicurare cure adeguate“, dicono Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, e Guido Quici, presidente di Cimo-Fesmed, che minacciano anche uno sciopero. Intanto, per il 20 novembre i sindacati hanno annunciato una nuova manifestazione per chiedere “sicurezza e risorse”.