Invitalia e Leonardo “conoscevano sin dal principio l’intenzione di cessare la produzione nella fabbrica di Bologna”. Non solo: “La clausola che vieterebbe i licenziamenti per 36 mesi, spesso sbandierata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, in realtà si riferirebbe solo a quelli effettuati in contrasto col piano industriale e quindi non sarebbe invocabile per i licenziamenti derivanti dalla cessazione della produzione” nell’impianto emiliano.

È quanto ha riferito la nuova proprietà di Industria italiana autobus ai sindacati nell’incontro avuto dopo l’inizio turbolento della nuova gestione da parte di Seri Industrial. A riferirlo sono le stesse sigle metalmeccaniche – Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Uglm – in una nota congiunta dopo il faccia a faccia con Vittorio Civitillo, nuovo proprietario della società che produce autobus elettrici, passata di mano dal duo pubblico, con l’ok del ministro Adolfo Urso, nonostante le rimostranze di sindacati ed enti locali.

La direzione di Industria italiana autobus, durante l’incontro, ha ribadito inoltre di essere vicina a un’intesa, anche se ancora non del tutto vincolante, con un partner cinese che dovrebbe garantire l’accesso facilitato alla componentistica per la produzione degli autobus, a questo punto nella sola sede di Flumeri, nell’Avellinese. “Da parte della nuova proprietà si è colta una disponibilità a trovare soluzioni per i lavoratori di Bologna, che abbiamo iniziato ad approfondire”, spiegano i sindacati rimarcando che “le soluzioni potranno essere solo condivise” e dovranno “saturare anche il personale operaio”.

Resta quindi il nodo dell’impianto di Bologna, dopo la marcia indietro dei proprietari che avevano annunciato il trasferimento dei 77 operai nel sito campano. Ma soprattutto si scopre ora, a detta dei sindacati, che le due società pubbliche che hanno gestito la società sapevano delle intenzioni di Seri Industrial già prima della cessione. Industria italiana autobus, principale azienda italiana per la costruzione di autobus, aveva avuto come socio forte Leonardo (controllato al 30% dal Tesoro). Il gruppo ha però ceduto la sua partecipazione alla fine dello scorso giugno, vendendola a Seri industrial. Un’operazione che, come aveva rivelato da Il Fatto Quotidiano, aveva suscitato perplessità e preoccupazione a causa dei precedenti del gruppo guidato da Civitillo nel tentativo di rilancio di diverse aziende.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

“Aggressioni? Sempre peggio. Nei pronto soccorso spesso si crea un imbuto e le persone incolpano noi”: il sit-in dei medici del Cardarelli

next
Articolo Successivo

Due morti sul lavoro in poche ore: un 34enne schiacciato da una pressa a Varese, operaio muore durante la manutenzione di una funivia

next