A dieci anni riuscì a comprarsi “un biglietto per il concerto dei Rolling Stones a Milano. Acquistai anche un posto sul treno in terza classe. Lasciai un messaggio ai miei: ‘Addio, vado a vivere con Mick Jagger‘”, ma la mamma la raggiunse e la riportò a casa. Donatella Rettore si è raccontata al Corriere della Sera. Da Lucio Dalla, incontrato a “un concorso per voci nuove di Riva del Garda” e diventato il suo mentore, con lei che ne apriva i concerti qualche anno dopo. “Ero grassa. Insomma molto in carne, tipo Adele prima maniera. In Germania non ci facevano caso, mi camuffavo con dei camicioni di garza. Però acchiappavo un sacco, le rotondità piacevano”, racconta Rettore e spiega del periodo vissuto a Londra dove incontrava David Bowie dal fornaio e prendeva il thé con Elton John che le presentò George Michael: “Mi portò nella più esclusiva della città, dove scoprii l’idromassaggio”. Rettore dice di non essere ‘pazza di sé’: “Cambierei la mia testa, vorrei essere meno emotiva, paranoica, più calcolatrice” e poi afferma che se qualcosa le è mancato, è stata la salute: “Sono talassemica e nel 2020 ho avuto un tumore al seno. E la sicurezza. Non ho mai trovato qualcuno di cui fidarmi ciecamente”. Non si tira indietro quando le viene chiesto di Gianna Nannini: “Era noiosa, la Ricordi le consigliò di imitarmi. E fece Fotoromanza vestita da marinaretta, abbastanza ridicola”. Amiche, spiega, “insomma. Un rapporto glaciale. La incontrai in aereo, io in economy, lei in prima, la salutai, non mi rispose. Nel 2009, al concerto ‘Amiche per l’Abruzzo’, Giorgia ed Elisa furono adorabili, Gianna mi diede la mano moscia”. Dal rapporto altalenante con la Berté, all’amore, Rettore confessa: “Nel 1983 stavo per diventare contessa. Presi una sbandata folle per Umberto Marzotto, lui 21, io 27, scappammo insieme. Adesso uno così non lo vorrei manco incartato, ma allora ero cotta. Durò un’estate. Dall’89 sono tornata monogama”.