Presenza comune nei supermercati, i collutori sono utilizzati come integrazione alla corretta igiene orale, che prevede l’uso regolare di spazzolino, filo dentario e scovolino. Sono 27 i prodotti portati in laboratorio da Öko-test in un’analisi di inizio settembre. Di marche note e meno note, sei di questi prodotti sono certificati naturali. Tutti sono compresi in una fascia di prezzo che va da 83 centesimi a 8,24 euro per 500 ml, e alcuni – denuncia il test – contengono sostanze definite preoccupanti.

Ingredienti da evitare
A contenerne la gran parte sono soprattutto Parodontax (GSK Consumer Health-care) e Listerine (Johnson & Johnson). Risulta soddisfacente Colgate-Palmolive, mentre raggiungono appena la sufficienza altre marche diffuse: Elmex (Colgate), Sensodine (GSK Consumer Health-care) e Dentolux (Lidl). Varie le sostanze problematiche contenute ed evidenziate nei test.

Alcol: più che per l’effetto antibatterico, viene utilizzato per arrotondare il gusto. Ma può essere irritante per le mucose, e non è adatto per i bambini e per gli alcolisti.

Clorexidina: è un buon disinfettante delle mucose e un antibatterico, capace di prevenire il sanguinamento delle gengive e la formazione di tartaro. Va però utilizzato per brevi periodi e su prescrizione medica, perché con il tempo lascia macchie scure sui denti. Inoltre secondo alcuni studi può favorire infiammazioni delle mucose e resistenza batterica, alterando il microbiota orale (la flora batterica della bocca).

Salicilato di metile: usato come ingrediente fragrante e aromatizzante, è ritenuto dalla UE potenzialmente tossico per l’apparato riproduttivo. È un allergene che in futuro andrà indicato in etichetta – per ora lo fa solo un collutorio esaminato.

Sodio laurilsolfato: sostanza aggressiva capace di irritare la mucosa sensibile, tanto più se il collutorio non richiede un risciacquo finale.

Olio di tea tree: il ben noto e impiegatissimo olio essenziale ha però delle controindicazioni per la possibilità di reazioni allergiche, registrate in letteratura, che ne fanno addirittura sconsigliare l’uso orale. Di fatto il tedesco Istituto Federale per la Valutazione dei Rischi (BfR) impone un limite massimo dell’1% nei cosmetici (e tutti i collutori testati lo rispettano). Tuttavia l’olio essenziale è attualmente sotto esame per il sospetto di tossicità riproduttiva e danni sullo sviluppo, perciò in autunno l’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche (Echa) potrebbe decidere di eliminarlo dai cosmetici.

I promossi
Si sono meritati il giudizio “ottimoBevola (Kaufland), Dentabella (Norma), Diadent (Netto, Dontodent (Dm), Elkos Dentamax (Edeka), Happybrush Super (Happybrush), Prokudent (Rossmann), Sensident (Müller Drogeriemarkt) e Today Dent (Rewe), insieme a 4 collutori naturali (Alterra, Alverde, Bevola e Blutezeit). Per esempio uno di questi, reperibile anche in Italia, non contiene alcol né microplastiche o polimeri sintetici idrosolubili. Tra gli ingredienti invece c’è la melissa, che ha un effetto antibatterico e deodorante e, come in altri prodotti, zinco e fluoro. Il primo è antibatterico, previene la formazione della placca e del tartaro, mentre il secondo difende dalla carie e rafforza lo smalto dei denti. Come da prassi, il dolcificante è acariogeno (in questo caso si tratta di stevia, altre volte si ricorre allo xilitolo, che ha pure una lieve azione antibatterica, o al sucralosio).

Servono i collutori?
Inefficaci da soli, agiscono solo dopo una completa igiene orale. Hanno anche una certa azione sull’alitosi, di cui però non rimuovono le cause. Allora servono davvero? Tanto più che, come sospettano molti studi, i collutori da banco sono in grado di alterare il microbiota orale, che va mantenuto equilibrato proprio come si fa con quello intestinale. Uno studio pubblicato a giugno sul Journal of Medical Microbiology e incentrato sul collutorio Listerine Coolmint (nel test tedesco è stato usato il Coolmint mild) conclude: “L’uso di Listerine era associato con un notevole incremento di comuni batteri orali opportunistici di cui in precedenza si era segnalato l’aumento nelle malattie periodontali, nei tumori di esofago e colon retto, e nelle malattie sistemiche. Questi risultati suggeriscono che l’uso regolare del collutorio Listerine debba essere accuratamente valutato”. In compenso vari studi ritengono che sciacquarsi la bocca semplicemente con acqua e sale abbia, a determinate concentrazioni, effetti paragonabili a quelli della clorexidina.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Attenzione alla sindrome del sedere morto: ecco quali sono i sintomi. L’esperto avverte: “Può diventare una patologia”

next
Articolo Successivo

Protesi al seno, quando sostituirle? Il caso di Helen Comin dimostra che i rischi ci sono

next