Sabato sera è riapparso d’improvviso quello che lo storico Gerhard Ritter definiva “Il volto demoniaco del potere”; quando la nostra premier, con quella voce baritonale che stride con la taglia minima del corpo ospitante (quasi un remake di scene particolarmente inquietanti del film L’esorcista), ha espresso la piena solidarietà al partner di governo Matteo Salvini, nel mirino dei giudici palermitani per la disumana vicenda Open Arms.

Di certo la cinica mossa per tenere in piedi una compagine governativa traballante, ma altrettanto certamente l’ennesimo sdoganamento in corso della cattiveria; a seguito dell’accantonamento dei buoni propositi formulati dopo la catastrofe etica oltre che materiale del secondo conflitto mondiale. La ricostruzione di un mondo migliore, basato sulla benevolenza e la solidarietà, sorto dalle macerie delle follie belliche; dall’Olocausto a Hiroshima, dalle Fosse Ardeatine alle foibe, delle città martiri come Dresda o Coventry. Lo spirito che alitava vita in istituzioni generose quali la rinnovata Società delle Nazioni e i processi federativi europei. Mood perfettamente interpretato dai nostri Padri Costituenti nella Carta del 1948.

Tutte opere di cui ormai dobbiamo parlare al passato. Mentre constatiamo la morte di quello spirito quando un ministro della Repubblica italiana, per pura e ingiustificabile strategia elettorale di immagine, nell’agosto del 2019 mette sotto sequestro 147 poveretti – donne e bambini compresi – negando loro un approdo purchessia. Ribadita quando la suprema leader Giorgia Meloni dichiara che questa infamia va lodata in quanto a difesa dei sacri confini patri.

Mai come in questo caso risulta profetica l’antica sentenza di Samuel Johnson “il patriottismo è l’ultimo rifugio delle canaglie”.

Due giorni prima la “maschera della Gorgone”, dietro la quale si cela il demoniaco, era riapparsa in Liguria con la mossa della premier di tagliare il nodo gordiano sempre più stretto delle candidature di destra all’elezione regionale novembrina, coinvolgendo il sindaco di Genova Marco Bucci. Un uomo che sta lottando contro una grave forma cancerogena, sedotto facendo leva sulla sua ben nota ansia di protagonismo.

Una manovra motivata soltanto dalla volontà di non cedere all’opposizione un frammento insignificante di territorio nazionale per pure ragioni di potere: l’esposizione di un corpo malato per recuperare anni di sgoverno giocando sulla commozione. Mossa smascherata proprio dalla migliore giudice di tale insensatezza – la moglie di Bucci, Laura Sansebastiano – che il 12 settembre dichiarava a la Repubblica: “Gli ho detto che è matto. Vincerà ma è incosciente, deve riguardarsi”. Ancora una volta il cinismo quale motivazione della cattiveria; la terribile ferocia di Giorgia, mujer, madre, cristiana. Ma che ancora una volta può rivoltarsi contro se stessa.

Perché l’uomo malato, ammaliato dalla Gorgone, ora è a grave rischio di dover affrontare un ulteriore aggravamento, visto che nei suoi giorni migliori non è stato estraneo alle vicende che hanno portato in tribunale la questione portuale.

Di certo Bucci non ha partecipato ai riti blasfemi dei pellegrinaggi a cellulari spenti sullo yacht di Aldo Spinelli. Giureremmo a naso che sia sempre stato estraneo ai giri di denaro che scorrevano attorno ai vertici dell’Autorità Portuale. Questo perché altra è sempre stata l’avidità che spinge a strafare il sindaco: non di soldi, bensì di visibilità e prestigio. Ma questa non è una giustificazione per scelte a forte rischio di finire nel mirino della magistratura. La qual cosa creerebbe un secondo calvario per chi già deve fare i conti con un nemico subdolo e sempre pronto a colpire.

Al tempo stesso potrebbe far fallire il tentativo della destra di giocarsi le proprie carte elettorali, smascherando il controproducente nella mossa di Meloni. Segno di una posizione pericolante, come ne danno dimostrazione le paranoie da congiura che contagiano lei e le persone che le sono più vicine. Dal vittimismo dell’ex Sangiuliano a quello del ministro in carica Guido Crosetto (il lamento di Cattivissimo-me convinto che quelli dell’Aise siano stati cattivissimi con lui).

Dunque il momento per esorcizzare la cattiveria celata dietro la maschera della Gorgone. Ma sembra impresa impossibile per la mascherina veltroniana di Elly Schlein, convinta dai cattivi consiglieri che le stanno intorno di poter ascendere al cielo della politica grazie al buonismo da “Tutti insieme appassionatamente”. Il film canterino per infantilizzati.

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