Quando gli venne diagnosticato il tumore, Matteo Messina Denaro non ebbe una reazione particolare. L’ha raccontato Vittorio Gebbia, oncologo della clinica La Maddalena di Palermo, ascoltato come teste della difesa nel processo al dottor Alfonso Tumbarello. Ex medico di base di Campobello di Mazara, Tumbarello è imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atto pubblico: ha redatto numerosi certificati medici a nome di Bonafede Andrea, l’alias usato da Messina Denaro nell’ultima parte della sua latitanza. Grazie a quei certificati il capomafia era riuscito ad accedere alle cure del Servizio sanitario nazionale.
Deceduto nel carcere di L’Aquila il 25 settembre 2023, Messina Denaro venne arrestato il 16 gennaio dello stesso anno, proprio davanti alla clinica La Maddalea di Palermo, dove era in cura per il tumore al colon. “Il signor Bonafede veniva da solo e non ha mai indicato familiari di riferimento. Non ha mai avuto un accompagnatore e non sembrava una persona in difficoltà economiche. Assorbì quasi in silenzio la diagnosi negativa”, ha raccontato Gebbia al tribunale di Marsala, dove si svolge il processo a Tumbarello. Nella stessa udienza, è stato chiamato a testimoniare anche un anatomopatologo dell’ospedale di Castelvetrano, Roberto David, che ha eseguito esami istologici sui campioni inviati dall’ospedale di Mazara, dove Messina Denaro si era sottoposto a un primo intervento del chirurgo Giacomo Urso.
Il medico dell’ospedale di Castelvetrano ha riferito di qualche sollecitazione, ma solo per motivi umanitari, da parte di una dipendente dell’ospedale. Interrogato dal pm della Dda di Palermo Gianluca De Leo, David non ha saputo dare una risposta precisa alla domanda relativa a ulteriori sollecitazioni che sarebbero arrivate dal dottor Francesco Bavetta in relazione a un altro referto del signor Bonafede, cioè Messina Denaro. I due medici sono stati gli ultimi testi citati dalla difesa del dottor Tumbarello, rappresentata dagli avvocati Gioacchino Sbacchi e Giuseppe Pantaleo. Sia Bavetta che Urso sono indagati per favoreggiamento per aver curato il boss latitante. Negano però di aver saputo che quell’uomo affetto da un cancro fosse Messina Denaro.