“Luca Salvadori era diventato un punto di riferimento, non solo per me, ma per tutti gli appassionati del motorsport. In un mondo che funziona un po’ al contrario, dove il successo non sempre viene perdonato, commentava sempre in maniera oggettiva ogni gara, sessione, accaduto. Era diventato un appuntamento fisso“. Un lungo messaggio, di ringraziamenti, incredulità e tristezza. Così Pecco Bagnaia ha voluto ricordare la figura di Luca Salvadori, pilota 32enne scomparso lo scorso sabato – 14 settembre – a causa delle gravi ferite riportate dopo l’incidente fatale a Frohburg in Sassonia, durante la tappa tedesca della storica International Road Racing Championship (IRRC). “Quando mi veniva proposto di essere intervistato o di fare quattro chiacchiere ero sempre contento di poter condividere pensieri con lui, perché era una persona estremamente positiva… una di quelle persone che ti vien voglia di ascoltare perché trasmettono un enorme passione per ciò che fanno ed è un privilegio per pochi. Non dimenticherò mai quei tre giri in pista a Portimao fatti insieme… una volta tornati ai box era estasiato, poche volte ho visto qualcuno più felice di così”. Dalla pista alle interviste, Bagnaia ricorda Salvadori come “un appuntamento fisso” e un “punto di riferimento” per le migliaia di persone che lo seguivano sui social.

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Il ricordo di Guido Meda e Jovanotti
Toccante il ricordo del giornalista e punto di riferimento della MotoGp Guido Meda: “Mi manchi già tanto giovane amico mio. Luca Salvadori era un bravo ragazzo anzi, era un tesoro. Ed è quasi marginale che fosse anche un bravo pilota e un bravo ‘content creator’, ‘uno youtuber’, un influencer di grande successo, ma per davvero, con sensibilità, competenza e autorevolezza in crescita. Non era mai scortese, determinato piuttosto e con ironia, se serviva difendere una posizione in cui credeva”. Non solo un pilota e sportivo, ma anche un grande amico che viveva per le moto: “Era buono e generoso, fiero di essersi reso indipendente rispetto alle opportunità che potevano essere garantite da un papà e da una mamma che non gli avevano mai fatto mancare niente. Amava le moto. Amava la vita; che pare paradossale, ma in questo vuoto improvviso e impossibile, non lo è affatto”.

Non solo il mondo dei motori. Anche Lorenzo Jovanotti – grande amico del padre Maurizio – è rimasto scosso dalla notizia. Lui che lo ha visto nascere e crescere con il sorriso e la gentilezza di chi riempie il cuore: “Luca era un grande pilota e un ragazzo d’oro, l’ho visto nascere, il suo babbo Maurizio organizza i miei concerti dal 1988 e siamo molto legati. Ricordo Luca bambino che voleva correre prima ancora di stare dritto su una moto. In questi suoi 32 anni che si sono interrotti ieri sulla pista di Lipsia ogni volta che ci siamo visti abbiamo parlato di moto, di corse, di questa passione che lo guidava e che era diventata la sua vita, il suo lavoro, la sua bella e pericolosa ossessione. Aveva sempre il sorriso, una gentilezza e una grazia che mi riempiva il cuore”.

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