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Open Arms, La Russa contro i pm: “Richiesta di 6 anni per Salvini? Di parte, non spetta alla magistratura correggere le norme”

“Ieri è accaduta una cosa che va vista sotto la luce corretta. La pubblica accusa ha fatto una richiesta che non mi trova d’accordo e non credo che non si possa dire perché da che mondo e mondo tutti gli esponenti politici commentano una richiesta. Ieri si è trattata di una richiesta di parte perché non sono giudici”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ospite della festa di Fratelli d’Italia a Lido degli Estensi, ha commentato la richiesta della procura di Palermo che per il caso Open Arms ha chiesto sei anni per l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, cinque anni fa, lo sbarco dalla nave della ong spagnola di 147 migranti a Lampedusa.

La linea del governo Meloni, continua La Russa dal palco “è diversa” e “punta su un coinvolgimento dell’Europa che sta dando i propri frutti perché a partire dalla Germania molti pauesi europei stanno cambiando indirizzo cominciando a mettere in campo provvedimenti per limitare l’afflusso di clandestini”. “Mentre in Europa si va verso una direzione la pubblica accusa ritiene che un atto di quel governo fosse addirittura sequestro di persona – prosegue ancora il presidente del Senato – Io confido nella giustizia e chi giudica sono i magistrati”.

La Russa quindi continua attaccando ancora “la pubblica accusa” che in Italia “specie in processi come questi, fa prevalere una tesi che è quella che vuole affidare soprattutto ai pm un compito di interpretazione estensiva delle norme”. “La giustizia secondo loro dovrebbe interpretare le norme e correggerle – insiste – ma non tocca alla magistratura correggerle, anche quando fossero sbagliate”.

La seconda carica dello Stato, quindi, esprime solidarietà a Salvini e sposta la sua attenzione su Conte, all’epoca presidente del Consiglio. “Mi chiedo con quale faccia oggi non danno solidarietà a Salvini i colleghi di allora. Lo dico a Conte, è l’avvocato del popolo, allora era presidente del consiglio, lui dice ‘è una decisione che ha preso lui io non ero tanto convinto’, se da presidente del Consiglio non sei convinto, se è una decisione politica puoi anche ‘appoggiare’, ma se è un reato così grave da far chiedere 6 anni di carcere tu caro Conte dovevi dimetterti e far cadere il governo”.