“Il video di Salvini sul processo Open Arms? Mi ha lasciato perplesso, in particolare questa postura che non saprei bene se definire minacciosa o ridicola. I giudizi si daranno alla fine, però il rischio del ridicolo è qualcosa che ci dovrebbe sempre accompagnare nelle nostre manifestazioni pubbliche”. Così a In altre parole (La7) il presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky stronca il video-monologo di autodifesa di Matteo Salvini, imputato nel processo Open Arms per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.
Il costituzionalista si sofferma su uno dei punti cruciali sbandierati dal leader della Lega e dalla destra di governo: la difesa dei confini italiani. “La questione dei confini – spiega Zagrebelsky – si scontra con la questione dei diritti umani. I diritti umani, una volta che vengono proclamati dai trattati internazionali, dalle Costituzioni, dalla nostra Costituzione, superano d’un balzo il concetto di confine, perché riguardano l’umanità tutta intera. La universalità dei diritti la capiamo benissimo quando abbiamo a che fare con i diritti che si devono realizzare nel mare, nella navigazione. E infatti qui siamo nel mare, che è il luogo proprio per antonomasia senza confini”.
Il giurista stigmatizza anche l’espressione “sacri confini della patria” utilizzata dalla destra: “È una terminologia che pensavamo fuori tempo. Io vorrei dire a chi usa questa espressione: aggiornatevi. Il mondo oramai, non solo per ragioni economiche, ma soprattutto per ragioni culturali, legate alla tutela dei diritti, va ben al di là dei confini”.
Zagrebelsky smonta poi le accuse del governo Meloni ai magistrati di Palermo: “Nel 1989 è stata fatta una riforma Costituzionale che attribuisce la giurisdizione sui reati dei ministri e del Presidente del Consiglio all’autorità giudiziaria ordinaria, ma con una cautela: prima di iniziare i procedimenti contro ministri o Presidenti del Consiglio si deve chiedere un’autorizzazione al Parlamento“.
Il costituzionalista spiega che solo in due casi il Parlamento può negare l’autorizzazione: quando si tratta di interesse dello Stato costituzionalmente rilevante, oppure quando esiste un preminente interesse pubblico.
“Nel caso specifico – sottolinea Zagrebelsky – il Parlamento ha riconosciuto la legittimità delle procedure giudiziarie ordinarie. Quindi, di che cosa ci lamentiamo? I magistrati stanno procedendo avendo avuto il via libera dal Parlamento, dalla maggioranza assoluta del Parlamento e quindi i magistrati esercitano le loro funzioni“.
E infine un monito a Salvini e al governo: “È tutto regolare e conforme alla Costituzione. E da costituzionalista, mi permetto di dire che chi si lamenta forse dovrebbe studiare un po’ la Costituzione“.
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