“Dobbiamo votare questo… e il Senatore mi ha preparato 2000 euro che mi darà mercoledì, Papania… hai capito?”. Mancano pochi giorni alle elezioni nazionali e regionale del 2022. A parlare al telefono con un familiare è Giosuè Di Gregorio, ritenuto organico della famiglia mafiosa di Alcamo, avendo tessuto i rapporti con altri clan trapanesi. Il “senatore” a cui fa riferimento, è Antonino Papania, detto Nino, figura navigata nell’ambiente politico siciliano: è stato senatore per tre legislature con la Margherita prima e il Partito Democratico poi, ma anche deputato e assessore regionale. Cancellato dalle liste del Pd per le politiche del 2013 dai probiviri del partito, da circa due anni, Papania era passato con il Movimento per l’Autonomia (Mpa) fondatato dall’ex governatore Raffaele Lombardo.

Di Gregorio e Papania sono stati arrestati con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso nell’inchiesta della polizia di Trapani e della Dda di Palermo, coordinata dal procuratore capo Maurizio De Lucia, insieme all’aggiunta Annamaria Picozzi, e dai sostituti Francesca Dessì, Pierangelo Pavova e Maria Pia Ticino.
L’ex senatore avrebbe ricorso, scrive il gip Alfredo Montalto, agli “influenti membri dell’associazione mafiosa” a “riprova della spregiudicatezza con la quale esercita la sua influenza politica sul territorio di Alcamo e nei comuni vicini”. Papania e l’ex vicesindaco della città Pasquale Perricone, indagato per voto di scambio e ritenuto dagli inquirenti “l’intermediario”, avrebbero accettato la promessa del Di Gregorio di procacciare voti per Angelo Rocca, candidato alle regionali del 2022 nel movimento politico “Via”, fondato dallo stesso Papania. In cambio, l’ex senatore è accusato di aver assicurato 2mila euro a Di Gregorio. Rocca non è coinvolto nell’inchiesta.

L’incontro a casa – Gli inquirenti hanno registrato numerosi incontri e conversazioni tra gli indagati, a partire dal dialogo tra il vicesindaco Perricone e Di Gregorio. “Questa cosa di ste regionali ci interessa, vedi, e delle nazionali pure …”, dice il politico. “Però, qualche cosa la dobbiamo dare a chi gli danno la grana a chi gli danno, quanti voti prendiamo, una ventina di euro…”, risponde Di Gregorio. Il 4 settembre 2022, le telecamere degli investigatori vedono arrivare davanti casa del Di Gregorio l’auto dell’ex senatore. Scende Perricone, citofona e aspetta, finché non giunge Di Gregorio, quindi i due salgono in auto e si allontanano. Dopo circa mezzora veniva documentato il ritoro. Di Gregorio scende dall’auto, mentre l’auto del senatore sfreccia via. Gli inquirenti annotano che non ci sono registrazioni le conversazioni in questo lasso temporale, perché “come usano fare in tante occasioni – scrive il gip Montalto – per evitare le intercettazioni” gli indagati avevano “lasciato a casa il proprio cellulare”.

“Mi ha preparato 2 mila euro!”- La conferma per gli inquirenti del presunto accordo viene proprio da Di Gregorio che spiega quanto successo al fratello, non coinvolto nell’inchiesta. “Dobbiamo votare questo… e il Senatore mi ha preparato duemila euro che mi darà mercoledì, Papania, hai capito?”. Dopo qualche giorno, Di Gregorio sembra irritato, perché il suo appuntamento con Perricone è saltato. “Dovevo venire per forza… perché mi doveva dare i soldi, mi doveva dare quello che ti avevo detto io oggi! Mi aveva dato qua l‘appuntamento – dice Di Gregorio al telefono con il fratello – e lui non c’è… è fuori e rientra venerdì sera o sabato mattina, mi ha detto: Te li porto forse a Trapani”. Il nuovo incontro avviene l’11 settembre 2022, con Perricone che si presenta ancora a casa del Di Gregorio. I due entrano in macchina e si allontanano. Al rientro, salutandosi, Di Gregorio dice: “Eh allora come rimaniamo? I volantini mi devi prendere Pa’, come rimaniamo?”. “Che mi faccio sentire io”, risponde Perricone. “Lunedì ti fai sentire tu tramite Nino…”, aggiunge Di Gregorio. Qualche ora più tardi, Di Gregorio raggiunge il fratello e mostra quello che ha ricevuto da Perricone. “Ti ha dato i soldi?”, domanda il fratello. Lui mostra i volantini e le banconote. “Neanche li ho contati, questo dice è un acconto, poi in questi giorni mi porta un’altra cosa”, aggiunge Di Gregorio. “Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette otto… ventisette, ventotto, ventinove…”, si sente il fratello contare le banconote. “Basta, non li contare, mica si contano i soldi, non solo mi ha regalato soldi e tu che fai, li conti”, dice stizzito Di Gregorio.

“Non ci sono più le persone serie”- Al termine delle elezioni però il risultato non è stato soddisfacente: il candidato sponsorizzato da Papania, Angelo Rocca, non è stato eletto. Eppure Di Gregorio, parlando con Giuseppe Pipitone “detto Diego”, arrestato anche lui nell’operazione, sembra essere contento dell’esito ottenuto. “A Trapani gli ho fatto … un mare di voti! (…) A me soldi hanno dato… (…) fai conto che tra Marsala e Salemi un mare di voti gli ho raccolto (…) la mia figura l’ho fatta perché gli ho detto a loro, sia a Nino che a Rocca, io gli ho detto, i seicento voti che ha avuto, vedi che tutti io glieli ho portati…. vedi che settecento voti non sono brutta figura”, dice Di Gregorio. Ma dalle intercettazioni, emerge invece il disappunto del senatore che si sfoga con il suo autista (13 ottobre 2022): “Pasquale (Perricone, ndr) lo scienziato della politica… è una testa di minchia! Ci ha fatto buttare duemila euro per mangiare una pizza a quattro spacciatori a Trapani e ci hanno portato si e no trenta voti… Questo Giosuè… ‘nuddu nuddu ammiscato cu nenti’!”. Poi il senatore sembra rimpiangere le dinamiche criminali del passato: “Persone serie non ce n’è più, anche questo mondo collaterale di una volta, per quanto deprecabile, un suo senso ce l’aveva… Qua non se ne capisce più niente, chi conta, chi comanda, la confusione più totale”.

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