Sul caso la procura ha chiesto l'archiviazione
La giornalista Sara Giudice non farà parte della squadra di inviati de L’altra Italia, il nuovo programma di Antonino Monteleone che andrà in onda su Rai 2 da ottobre. La decisione è stata presa dalla Rai perché, come ha anticipato il Foglio, l’ex giornalista di Piazzapulita è accusata (insieme al compagno Nello Trocchia) di violenza sessuale da un’altra collega, che lavora a sua volta nella tv pubblica. L’episodio contestato risale al 29 gennaio del 2023. Dopo le indagini, la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per Giudice e Trocchia e sarà adesso il gip a decidere, dopo la discussione fissata il prossimo dicembre.
“È vero – ha confermato Monteleone al il Foglio – mi è stato comunicato da Paolo Corsini, il direttore dell’Approfondimento Rai che il contratto di Sara Giudice non può essere finalizzato. L’editore mi ha comunicato che non ci sono le condizioni“. Monteleone ha affermato che la ragione ufficiale fornita “è che la denunciata lavora nella stessa azienda della denunciante“. Con una nota la Direzione Approfondimento chiarisce che “non è mai stata avviata nessuna procedura formale di contrattualizzazione né, di conseguenza, emessa alcuna matricola. L’unica matricola, comunicata anche al conduttore della trasmissione Antonino Monteleone lo scorso 7 agosto si riferisce esclusivamente al programma la cui messa in onda è prevista nei prossimi giorni”, viene chiarito.
La presunta violenza è stata denunciata il 2 febbraio del 2023 alla Squadra mobile di Roma. Nella querela la donna ha dichiarato che il 29 gennaio aveva partecipato in un pub di Trastevere a una festa alla quale erano presenti anche Trocchia e Giudice. La denunciante ha dichiarato di aver bevuto dal bicchiere di qualcun altro forse un goccio di whisky o di rum senza ricordare chi le avrebbe passato il bicchiere. I tre giornalisti salgono sullo stesso taxi, diretti a casa della coppia. “Ci siamo baciate, lei era d’accordo“, ha spiegato Giudice in un’intervista al Fatto Quotidiano, nella quale respinge tutte le accuse. Secondo la denuncia, lei e Trocchia avrebbero insistito affinché la donna salisse a casa con loro. Ma la presunta vittima sarebbe risalita a bordo del taxi.
Sempre secondo la denuncia, il giorno successivo la ragazza – ancora in stato di torpore – decide di andare in un laboratorio e fa analizzare la sua urina. Il responso evidenzia tracce di ghb, la cosiddetta droga dello stupro. Il campione, dopo la denuncia, sarà acquisito a distanza di settimane anche dall’università di Tor Vergata, ma l’esame disposto dalla procura, contestato dai legali della vittima nelle metodologie, darà esito negativo. La pm, che ha rigettato l’analisi del capello della vittima, ha richiesto l’archiviazione dell’inchiesta, contro cui i legali della parte offesa hanno fatto opposizione.