“Siamo tutti in ansia per il futuro dell’Europa. La mia preoccupazione non è che ci troveremo improvvisamente poveri e sottomessi agli altri, abbiamo ancora molti punti di forza in Europa, ma è che col tempo diventeremo inesorabilmente un posto meno prospero, meno equo, meno sicuro e che, di conseguenza, saremo meno liberi di scegliere il nostro destino“. Così l’ex premier Mario Draghi presentando il suo report sulla competitività Ue alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. “Quindi questo rapporto non parla solo di competitività, ma del nostro futuro e dell’impegno comune per rivendicarlo”, ha aggiunto.

Draghi ha anche parlato di come finanziare gli investimenti “fondamentali per attuare gli obiettivi” della relazione. Investimenti che, ha specificato rivolgendosi agli eurodeputati “non sono nuove esigenze in termini di investimenti” ma “necessità in termini di investimenti delle quali abbiamo bisogno per raggiungere gli obiettivi dell’Unione europea”. Draghi ha spiegato quindi che ci sono due conclusioni fondamentali.

“Se l’Ue attua la strategia prevista in questa relazione, la produttività aumenta e i mercati dei capitali risponderanno maggiormente al flusso di investimenti privati e per il privato sarà più semplice finanziare la propria quota” cosicché “i costi per i governi” potrebbero essere ridotti di un terzo. “Per aumentare la produttività” poi “alcuni investimenti congiunti in progetti fondamentali” potranno essere finanziati “attraverso un debito comune”.

Un debito comune che per Draghi è necessario. “Se ci si oppone alla costruzione di un vero mercato unico, all’integrazione del mercato dei capitali e all’emissione del debito comune, ci si oppone ai nostri obiettivi Ue”.

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