Oltre 54mila cittadini ed organizzazioni ambientaliste tedesche hanno depositato la “causa per il futuro” (Zukunftsklage), un ricorso alla Corte costituzionale di Karlsruhe per ottenere dal governo maggiore impegno contro il riscaldamento climatico. La Corte di Karlsruhe ha già affermato nel 2021, in esito ad un’iniziativa delle stesse organizzazioni ed il gruppo Protect the planet, che la tutela del clima ha rango costituzionale. Il nuovo ricorso è diretto specificamente contro la modifica alla legge sulla tutela del clima (Klimaschutzgesetz) che toglie l’obbligo annuale per i singoli ministeri di presentare piani di intervento rapido nel caso di superamento dei limiti settoriali delle emissioni, potendo compensarli con i risultati migliori ottenuti da altri dicasteri. L’iniziativa promossa da Greenpeace e Germanwatch giunge proprio mentre la perturbazione Anett sta piagando l’Europa con precipitazioni record. A Sankt Pölten, in Austria, solo nella giornata di giovedì sono caduti 361 litri per metro quadro: è più o meno la metà della pioggia di un anno.
Le organizzazioni ambientaliste hanno affrontato da fine giugno un grosso sforzo organizzativo per raccogliere per la prima volta le firme di tanti cittadini privati a partire dai 14 anni di età. “Molte persone sono preoccupate per le conseguenze della crisi climatica con ondate di caldo e forti piogge anche in Germania. E allo stesso tempo leggono che la Germania non è sulla buona strada per raggiungere i suoi già deboli obiettivi climatici. Ma senza contromisure immediate, in futuro saranno necessari provvedimenti che limitino le libertà civili, ad esempio attraverso l’aumento vertiginoso dei prezzi della CO2 o misure drastiche come i divieti di circolazione per i motori a combustione” spiega Greenpeace. Se la Germania mancasse i traguardi climatici previsti entro il 2030, sostengono i ricorrenti, le conseguenze sarebbero catastrofiche soprattutto per coloro che hanno meno mezzi a fronte degli enormi rincari dei prezzi energetici.
Roda Verheyen, avvocata e giudice della Corte costituzionale di Amburgo, che ha lavorato sia nel 2021 che adesso ai ricorsi ed ha scritto un libro sul tema, afferma: “E’ giunto il momento che la decisione sul clima della Corte costituzionale federale venga attuata in modo coerente. Se non agiamo con decisione adesso, il nostro budget di carbonio per un futuro sostenibile sarà esaurito in pochi anni. Se il ritmo della protezione del clima è troppo lento, saranno violate le libertà di tutte le persone”. Verheyen fa affidamento anche sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ad aprile nel caso Climate Seniors contro la Svizzera ha stabilito che ogni Stato deve attuare il percorso di riduzione e trasformazione per i propri obiettivi climatici.
I ricorrenti se la prendono in particolare coi ritardi del ministero dei Trasporti guidato dal liberale Volker Wissing. Nel 2023 il suo dicastero non è riuscito a raggiungere i propri obiettivi climatici per il terzo anno consecutivo; anzi il Consiglio di esperti per le questioni climatiche, un organo consultivo scientifico del governo federale, prevede, senza interventi, non ci riuscirà neppure in futuro. Le associazioni ambientaliste contestano il fatto che proprio un ex giudice come Wissing ignori le pronunce giurisprudenziali. Rivendicano un limite di velocità sulle autostrade e l’abolizione di sussidi dannosi per il clima, come le auto aziendali. Senza queste misure, sostengono, sarà inevitabile entro sei anni vietare la circolazione di vetture diesel e benzina.
Quanto sia delicato il tema ambientale per il governo lo rivela anche lo scandalo legato all’emissione di certificati di risparmio di CO2 in progetti di produzione di petrolio in Cina. L’Agenzia federale per l’ambiente ne aveva autorizzati originariamente 66 per un valore di oltre 1,5 miliardi, quando l’emittente ZdF aveva rivelato che almeno 16 degli interventi di Upstream Emission Reduction fossero fittizi. L’agenzia federale ha incaricato lo studio legale internazionale Dentons di fare accertamenti in Cina da cui è emerso che almeno 45 progetti potrebbero essere delle truffe ed ha già rifiutato l’emissione di 8 certificati.
La Germania si è data come traguardo la piena neutralità climatica entro il 2045. Molti passi sono stati fatti, dallo sviluppo delle energie alternative al passaggio al gas liquido unicamente importato come transizione verso l’idrogeno verde anche in settori molto inquinanti, come il siderurgico, ma per i ricorrenti il ritmo non è sufficiente. Cinque associazioni ambientaliste – Deutsche Umwelthilfe, Greenpeace, Germanwatch, Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschland e Solarenergie-Förderverein Deutschland, hanno già annunciato di voler presentare altri tre ricorsi costituzionali, affermando che l’inerzia porterà altrimenti ad interventi di gravità diversa in futuro, i cui costi saranno trasferiti alle nuove generazioni.