Quindici organizzazioni umanitarie, tra cui Oxfam, Save the Children e ActionAid, sostengono che Israele sta impedendo all’83% degli aiuti alimentari necessari alla popolazione palestinese di Gaza di entrare nella Striscia.
Le organizzazioni rivolgono un appello alla comunità internazionale perché faccia pressione per un cessate il fuoco immediato, un embargo sulle armi e la fine dell’ostruzione sistematica degli aiuti da parte di Israele. Le ong segnalano che nel 2023, prima del 7 ottobre e dell’inizio del conflitto a Gaza, è stato bloccato mediamente il 34% delle merci, mentre oggi i blocchi sono quasi triplicati.
“Questa riduzione – si legge nell’appello – significa che le persone nella Striscia sono passate da una media di due pasti al giorno a un solo pasto a giorni alterni. Si stima che entro la fine dell’anno circa 50 mila bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni necessiteranno urgentemente di cure per la malnutrizione”.
Come conseguenza dell’ostruzione degli aiuti da parte del governo israeliano, continua l’analisi delle associazioni umanitarie, il 65% dell’insulina necessaria e la metà della fornitura di sangue necessaria non sono disponibili a Gaza e la disponibilità di articoli per l’igiene è scesa al 15% rispetto alla quantità disponibile nel settembre 2023. “Un milione di donne si trovano ora senza i prodotti per l’igiene di cui hanno bisogno”.
Nell’agosto 2024 sono entrati a Gaza una media di 69 camion umanitari al giorno, un record al ribasso rispetto ai 500 al giorno dell’anno scorso, che già non era sufficiente a soddisfare i bisogni della popolazione. Ad agosto più di 1 milione di persone non hanno ricevuto razioni di cibo nel centro e nel sud di Gaza.
Le associazioni parlano di “disastro umanitario” e scrivono che “l’intera popolazione della Striscia che affronta fame e malattie e quasi mezzo milione di persone a rischio di morire di fame”. A questo va aggiunta la carenza di medicine e la precarietà dell’accesso alle strutture sanitarie. Nella Striscia rimangono operativi solo 17 ospedali su 36, con una disponibilità complessiva di circa 1.500 letti di ospedale, mentre l’anno scorso erano 3.500 posti letto del 2023. “1,87 milioni di persone hanno bisogno di un riparo e almeno il 60% delle case sono distrutte o danneggiate – il dato è di gennaio 2024 – mentre da maggio 2024 sono entrate a Gaza tende per circa 25 mila persone”.
In Cisgiordania, inoltre, Save the children ha lanciato martedì un appello per limitare i danni contro i minori, vittime collaterali della guerra. Il numero di bambini uccisi o feriti dalle forze israeliane e dai coloni in Cisgiordania è più che raddoppiato dallo scorso ottobre, ha segnalato l’ong, con un bilancio di 158 morti e almeno 1.400 feriti. In totale i feriti sono 1.558 i bambini colpiti, ciò significa che da ottobre sono stati uccisi o feriti in media 5 bambini al giorno.