Primo finalista a Wimbledon nella storia d’Italia, ma anche primo azzurro a raggiungere l’ultimo atto di uno Slam, nel singolare maschile, dal 1976. Matteo Berrettini è stato il numero sei al mondo, il suo best ranking, anche qui, il migliore dai tempi di Adriano Panatta (che fu numero 4 della classifica ATP, nel 1976). Poi il problema agli addominali, che ha condizionato gran parte del 2022 e del 2023 e l’infortunio alla caviglia patito agli US Open 2023, che lo ha tenuto ai box per il resto di quella stagione. Ma, ora, Berrettini è rinato. A dirlo è un 2024 da protagonista, in cui il 28enne ha ritrovato il suo tennis, ma anche, e soprattutto, la certezza di poter giocare, di nuovo, ad alti livelli.
Una risalita dirompente, quella del romano, fino al ritorno di un sorriso che un po’ mancava dall’11 luglio 2021, quando, nonostante la finale persa a Wimbledon contro Novak Djokovic, mostrava con lecita fierezza i suoi 32 denti in mondovisione. Tre anni più tardi, quel sorriso è tornato, insieme alle lacrime (di gioia, sia chiaro), che il tennista romano non è riuscito a trattenere dopo la vittoria in Coppa Davis contro il belga Alexander Blockx. È la chiusura di un cerchio.
Ripartire da qui
8 gennaio 2024, la classifica ATP recita un numero scoraggiante: posizione numero 124, Matteo Berrettini. Scoraggiante, forse, per tutti. Ma non per il tennista romano, per lui è un punto di partenza: bisogna ripartire da qui. Dopo un inizio stagione contrassegnato da noie fisiche (sarà numero 154 ATP a marzo), The Hammer alza lentamente il livello: prima una finale al Challenger di Phoenix, poi un’altra al 250 di Marrakech. Il 7-5, 6-2 allo spagnolo Carballes-Baena sancisce il ritorno in top 100, esattamente tre mesi dopo, 8 aprile 2024.
L’apice lo raggiunge a luglio con le due vittorie in sette giorni, a Gstaad (15 luglio) e a Kitzbuhel (22 luglio). Salirà alla 50esima posizione del ranking, poi la 40esima e alla 43esima attuale. Prima e dopo, la sfortuna di incontrare il numero uno al mondo, Jannik Sinner, al secondo turno di Wimbledon, e Taylor Fritz, sempre al secondo turno, agli US Open, una spedizione contrassegnata, tra l’altro, da una flebite a una vena del polpaccio destro.
Passati i guai, il ritorno in maglia azzurra, per la Coppa Davis, è la ciliegina sulla torta. Una competizione a cui ha dovuto rinunciare nel 2023, assistendo così da spettatore al trionfo dell’ItalTennis a Malaga. Nella settimana trascorsa a Bologna, Berrettini è stato il trascinatore dei giovanissimi a disposizione di coach Volandri: 3 vittorie su 3 partite. E la costante sensazione che il tennista romano stia ritrovando continuità, fiducia, stabilità fisica ed emotiva.
La luce in fondo al tunnel
“Non mi riconoscevo più. Ad un certo punto ero incastrato in un loop in cui pensavo che per uscire da una situazione avrei dovuto per forza essere inflessibile con me stesso – ha spiegato Berrettini a Sky Sport dopo l’eliminazione da Wimbledon -. Ora invece ho imparato a perdonarmi e a non sentirmi in colpa se le cose non vanno bene. Sono diventato più indulgente“.
Un processo di guarigione, dunque, fisico, poi mentale. Non è un caso che Berrettini sia tornato a ritagliarsi, lentamente, il suo spazio nel circuito e nel gruppo italiano, dove il classe 1996 si è confermato come una pedina fondamentale per lo scacchiere azzurro a disposizione di Volandri. “Ho continuato a investire sul mio tennis: sono rimasto lì con la gioia di giocare“, ha rivelato il tennista romano poco dopo la vittoria contro Van De Zandschulp in Coppa Davis. Ritrovare la gioia di giocare, forse è stata questa la chiave di volta per uscire da un tunnel angusto e soffocante, nel quale Berrettini si era smarrito. Ma, ora, vede la luce e l’uscita è vicina.
Il 2024 in numeri
Come detto, l’anno di Matteo Berrettini è cominciato con un numero demoralizzante. Poi, non ha solo scalato la classifica, si è anche imposto come uno dei migliori giocatori della stagione. Con tre titoli vinti, infatti, il romano è secondo, a pari merito con Alcaraz, per trofei conquistati in stagione, nel singolare maschile, solo Sinner ne ha vinti di più. Il finalista di Wimbledon 2021, inoltre, ha un indice vittorie/sconfitte di 0.759 (25/7) nelle ultime 52 settimane: è il quarto più alto dopo Sinner, Alcaraz e Djokovic. Se si considerano solo le partite sulla terra, invece, è primo, con un punteggio di 0.938, 15 vittorie e 1 sconfitta. Certo, numeri condizionati dal fatto che Berrettini ha giocato molti Atp 250 e pochi tornei importanti. Ma comunque significativi. Berrettini, inoltre, è anche il leader nella speciale classifica dei migliori servitori della stagione, con un punteggio di 299.9 (il secondo è il tedesco Alexander Zverev con 298). Nelle ultime 52 settimane ha disputato solo undici tornei: ha raggiunto comunque 5 finali (3 vinte). Insomma, Berrettini è stato, numeri alla mano, uno dei migliori tennisti del 2024.