Benjamin Netanyahu ha tenuto una serie di consultazioni “drammatiche ”di alto livello con i capi delle forze di sicurezza, ha scritto Yedioth Ahronoth martedì. I capi di Shin Bet e Mossad “entrano ed escono dall’ufficio del premier”, secondo il sito del quotidiano israeliano, in consultazioni febbrili. L’accelerazione è arrivata dopo che lunedì notte il gabinetto di sicurezza di Israele ha aggiornato gli obiettivi della guerra a Gaza, aggiungendo alla lista anche quello di riportare in sicurezza nelle loro case i circa 60 mila israeliani residenti del nord del Paese, vicino al confine con il Libano, sfollati dopo il 7 ottobre per via della minaccia dei razzi di Hezbollah. Finora, gli obiettivi di guerra ufficiali erano tre: l’eliminazione delle capacità militari e di governo di Hamas, il ritorno a casa di tutti gli ostaggi e la garanzia che Gaza non costituisse più una minaccia per Israele. Ora si aggiunge anche la volontà di neutralizzare le milizie sciite libanesi, alleate di Hamas e finanziate dall’Iran.

A contribuire all’accelerazione c’è stata anche la rivelazione dell’operazione dello Shin Bet che avrebbe sventato un attacco di Hezbollah a un ex alto ufficiale della sicurezza israeliana con una bomba radiocomandata a distanza. Qualche ora dopo la notizia, l’agenzia di stampa Reuters e il network Al Jazeera hanno riferito di centinaia di miliziani di Hezbollah feriti nell’esplosione dei cercapersone che usavano per comunicare, a Beirut e in altre località del Libano.

Congelato il licenziamento di Gallant – In attesa degli sviluppi delle tensioni con il libano, Netanyahu avrebbe deciso di congelare, ma non annullare, il licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant. L’indiscrezione rimbalza da giorni sui media israeliani. Fa parte del percorso verso l’espansione del conflitto anche la decisione di Netanyahu di sostituire il ministro della Difesa Gallant, colpevole agli occhi di “Bibi” di criticare la scelta di dare priorità alla vittoria militare su Hamas a Gaza a scapito dell’accordo per lo scambio degli ostaggi. Netanyahu sarebbe pronto a offrire il posto a Gideon Sàar, ex del Likud e leader di un partito di estrema destra attualmente all’opposizione, ma contrario al cessate il fuoco a Gaza e vicino alle posizioni di Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich sul tema delle colonie. Tra Sàar e Netanyahu non corre buon sangue, perché i due erano rivali nel Likud, ma la prospettiva di allargare la maggioranza e rafforzare la linea dura del governo con un nuovo alleato oltranzista sembra essere più forte delle valutazioni personali.

La mossa arriva mentre nel Paese è in missione l’inviato speciale degli Stati Uniti Amos Hochstein, spedito da Joe Biden nel tentativo di raggiungere una soluzione diplomatica che eviti una guerra regionale. Hochstein ieri ha incontrato sia il premier che il ministro della Difesa Yoav Gallant: entrambi hanno ribadito che un’operazione militare contro Hezbollah, mirata ad allontanare le milizie sciite dal confine e rendere più sicuri gli insediamenti a nord, per Tel Aviv è diventata una questione di sicurezza.

Dopo aver appreso la notizia del rinvio dell’avvicendamento l’ex membro del dissolto gabinetto di guerra Benny Gantz ha rivolto un appello a Netanyahu affermando che “non è troppo tardi per fermare questa follia. I cittadini di Israele e la loro sicurezza sono più importanti della politica meschina”.

Haaretz e Yedioth Ahronoth martedì hanno rivelato che Netanyahu e Sàar sarebbero già d’accordo nel sostituire il capo di stato maggiore dell’esercito. Non è ancora chiaro se intendono aspettare che Halevi si dimetta da capo di stato maggiore o costringerlo ad andarsene. Anche con l’Idf il governo ha accumulato attriti e frizioni rispetto al piano di gestione della guerra e del dopoguerra a Gaza. Dopoguerra che Netanyahu sembra voler ritardare il più possibile.

Raid a Khan Younis: “Ucciso comandante Jihad” – Un raid aereo israeliano su Khan Younis martedì mattina ha ucciso un comandante della Jihad islamica palestinese nel sud di Gaza. Secondo il comunicato dell’Idf, Ahmed Aish Salame al Hashash era il responsabile del lancio di razzi dall’area umanitaria della Striscia contro Israele. Secondo i militari israeliani, durante l’attacco stava “operando all’interno dell’area umanitaria di Khan Younis”.

Gli israeliani hanno colpito i soccorritori nel campo profughi di Bureij, nella zona centrale di Gaza, ha reso noto la Protezione Civile di Gaza. Il raid avrebbe ucciso 4 persone, secondo le prime informazioni diffuse su Telegram. La protezione civile ha dichiarato che, quando il suo personale è sopraggiunto sulla scena, i jet israeliani li hanno “presi di mira”, ferendo un uomo dello staff e costringendo gli altri a ritirarsi dalla zona.

Antony Blinken evita Israele – Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato che si recherà in Egitto da martedì fino a giovedì 19 settembre per co-presiedere l’apertura del dialogo strategico Usa-Egitto con il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty. Blinken incontrerà inoltre funzionari egiziani per discutere degli sforzi per “raggiungere il cessate il fuoco a Gaza che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi, allevi la sofferenza del popolo palestinese e aiuti a stabilire una più ampia sicurezza regionale”. Ma, a differenza di quanto fatto nelle nove missioni precedenti, non si recherà in Israele. Una variazione di programma che appare significativa dal punto di vista diplomatico, in un momento di stallo dei negoziati tra Hamas e Stato ebraico.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

I missili a lungo raggio all’Ucraina e il fantasma del Vietnam, una storia che si ripete

next
Articolo Successivo

Ucraina, “Le forze di Kiev hanno sfondato a Kursk in un altro punto”. Il WSJ: “Morti e feriti hanno superato il milione”

next