“Il processo Open Arms è un processo politico nella misura in cui ha come imputato un esponente politico al governo nel 2019 e oggi. Ma non è un processo alla politica, non c’è nessuna contrapposizione della magistratura contro la politica, perché anche un ministro può essere soggetto al controllo di legalità in un sistema di democrazia costituzionale come il nostro. Se non si accetta questo, non siamo noi a sbagliare ma chi si aspetta altro, e cioè che la magistratura si arresti di fronte ai politici. Ma questo sarebbe incostituzionale”. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) dal presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia, sul processo Open Arms e sulle reazioni contrariate della destra di governo, dall’imputato Matteo Salvini a Giorgia Meloni fino a Ignazio La Russa.

“I confini si difendono senza violare la legge – spiega il magistrato – Questo è elementare. Bisognerà vedere se c’era un pericolo per i confini ma questa è materia del processo. In ogni caso, un pericolo lo si fronteggia con le armi del diritto. La legge va rispettata sia dai cittadini, sia dai ministri”.

E concorda col giornalista del Fatto Quotidiano, Pino Corrias, secondo cui c’è stato un aggravamento dei toni utilizzati dal potere politico contro la magistratura rispetto agli anni di Tangentopoli: “Sì, questo noi lo avvertiamo. C’è un uso costante di un linguaggio irresponsabile. Dire una volta che la magistratura siede al tavolo del complotto e un’altra volta che fa un processo alla politica avvelena il dibattito pubblico sulla giustizia. Io penso all’opinione pubblica, a quelli che non sono puntualmente informati di ogni vicenda e che sentono ripetere questo linguaggio molto pericoloso. Il linguaggio non è un dato irrilevante”.

Santalucia si appella infine al governo Meloni: “Chiamerei tutti a un uso responsabile delle parole. Qui non c’è nessun processo alla politica. Noi magistrati rispettiamo la politica e il suo primato, ma questo non significa arrestarsi di fronte alla necessità di verificare un’ipotesi, come è una imputazione. Il ministro Salvini ha avuto e avrà ampiamente modo di difendersi, perché questo processo è quanto di più democratico esista. Quindi – chiosa – io farei lavorare serenamente il tribunale di Palermo. I magistrati purtroppo sono allenati a questo tipo di intromissioni e di interferenze, ma se tutto questo can-can non ci fosse sarebbe molto meglio“.

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