“Da che parte sto nello scontro tra Conte e Grillo? Io sposo la tesi di Chiara Appendino: il M5s non è né di Grillo né di Conte, ma della comunità, cioè credo fortemente che il futuro del Movimento debba tenere insieme due anime: quella iniziale, alla quale io guardo con orgoglio e appartenenza, che ha sollevato dei temi molto importanti per questo paese e li ha portati avanti con grande intransigenza, e poi l’altra anima che ha dovuto affrontare, stando al governo, problemi molto grandi. Io sono convinto che queste due anime insieme possano rappresentare e rappresenteranno il M5s nel futuro”. Così a Coffee break (La7) il senatore del M5s Luca Pirondini si pronuncia sulla diatriba tra il fondatore del M5s Beppe Grillo e il suo attuale presidente, Giuseppe Conte, precisando alcuni dettagli sulla Costituente che si terrà molto probabilmente a novembre: “Non c’è nessun rischio che il M5s diventi il partito personale di Conte, tanto che questa forza politica sta mettendo in campo un processo di partecipazione che credo non abbia precedenti. Noi stiamo dicendo ai nostri iscritti e ai nostri simpatizzanti di dare un loro contributo per decidere quali saranno le sfide del futuro. Sono arrivate più di 22mila proposte da parte dei nostri iscritti, un fatto veramente straordinario“.

E sulla querelle Conte-Grillo aggiunge: “Di solito sono molto spaventato quando nessuno dice niente. Il fatto che ci sia uno scontro vivace, ma anche pubblico, lo trovo una forma di trasparenza nei confronti dei cittadini, perché non credo che gli altri partiti non abbiano questo tipo di vicissitudini interne, magari semplicemente sono meno trasparenti di noi”.

Durante la trasmissione, il conduttore Andrea Pancani mostra gli ultimi sondaggi politici del TgLa7 sulla situazione del M5s: il 74% degli elettori pentastellati sta dalla parte di Conte, il 14% sostiene Grillo, mentre secondo il 4% non ha ragione nessuno dei due. La regola dei due mandati senza eccezioni è supportata dal 22% degli intervistati, mentre il 52% degli elettori del M5s è favorevole al suo mantenimento ma con la possibilità di deroghe.
In caso di scissione del Movimento, il 68% seguirebbe Conte, il 21% starebbe dalla parte di Grillo e di Virginia Raggi, mentre il campo largo con Pd e Avs (senza Renzi e Calenda) è acclamato dal 50% dei consultati, il 9% accetterebbe nell’alleanza anche Azione e Italia Viva. Oltre un terzo degli elettori del M5s, cioè il 33%, preferirebbe invece che alle prossime elezioni il Movimento si presentasse da solo.

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