Una lunga fila di persone si dirama di fronte al consolato russo nella capitale nigeriana Abuja. Sono quasi tutti giovani locali alla ricerca di un visto per abbandonare il loro paese di origine e iniziare un percorso di studio in Russia. Non tutti sono disposti ad essere intervistati, nel timore di perdere le proprie possibilità di partire, ma la maggior parte di loro nutre grandi speranze rispetto al futuro che gli viene promesso lontano da casa: un’abitazione, la possibilità di studiare e ricevere una formazione e uno stipendio mensile.
L’influenza di Mosca in Africa subsahariana, com’è noto, è aumentata molto negli ultimi mesi. Soprattutto in paesi con regimi politici invisi all’occidente come Mali, Burkina Faso, Niger e Guinea Equatoriale, spesso protagonisti di recenti e radicali svolte politiche interne. Ma stando all’ultima inchiesta di Deutsche Welle anche la Nigeria, storico alleato statunitense, rientra nel campo di esercizio del soft power russo.
Negli ultimi dieci anni il numero di africani che hanno lasciato il loro paese per studiare in Russia è triplicato. Le stime del ministero dell’Istruzione russo quantificano in 35mila il numero di studenti presenti in Russia, fra cui più di mille provenienti dalla Nigeria. Secondo Ghali Sheriff, del dipartimento di scienze politiche e relazioni internazionali dell’università di Abuja, la Russia sta deliberatamente facilitando il percorso burocratico per l’ottenimento di un visto di studio ai nigeriani e “lo sta facendo a suo vantaggio e nel suo interesse nazionale”.
“L’interesse di Putin è quello di attrarre sempre più persone che possano contribuire ad aiutare la Russia a raggiungere i propri obiettivi sia in termini economici che in termini bellici” prosegue Sheriff. “Vieni per studiare, ti viene data una borsa di studio e, in alcuni casi, puoi anche aggregarti nelle file dell’esercito”. Il timore che molti di coloro che partono possano finire a rinforzare le truppe russe sul fronte ucraino è infatti particolarmente condiviso da chi è prossimo alla partenza. Una paura che si basa sia su alcune testimonianze che provengono dai diretti interessati sia su inchieste come quella pubblicata dall’agenzia statunitense Bloomberg lo scorso giugno e riportata successivamente da diversi media nigeriani. Circostanze che sono state però prontamente smentite sia dall’ambasciata delle Federazione russa in Nigeria che dallo stesso governo nigeriano che hanno accusato i giornali di divulgare “fake news volte a minare l’amicizia e la cooperazione” fra i due paesi.
L’indagine giornalistica, che cita anonimi funzionari informati dei fatti sia europei che internazionali, ha cercato di fare luce su quella che era una strategia di reclutamento già esistente prima dell’invasione dell’Ucraina, ma che si è intensificata dopo l’ampliamento del conflitto. Gli apparati di sicurezza e difesa russi sono consapevoli che un proprio punto di forza in Ucraina può essere la capacità di mobilitare molti più soldati del nemico, e la pratica di avviare una campagna di reclutamento globale e mandare migranti e studenti stranieri in battaglia sotto costrizione, rientra a pieno in questo disegno.
I battaglioni a cui vengono generalmente indirizzati questi nuovi soldati hanno un tasso di vittime particolarmente alto, poiché utilizzati in manovre offensive rischiose a protezione di unità militari più addestrate, una gerarchia che spesso costa il prezzo della vita. Molti dei lavoratori o studenti stranieri che hanno raggiunto la Russia negli scorsi mesi con un visto regolare sono stati ricattati e hanno dovuto acconsentire all’arruolamento nell’esercito nel timore di non vedere il proprio visto venire rinnovato. A confermarlo c’è anche l’esercito ucraino che, in passato, ha dichiarato tramite un funzionario di aver visto aumentare il numero di prigionieri di guerra stranieri catturati in battaglia.
Secondo Beverly Ochieng, analista del Centro per gli studi strategici e internazionali, la Russia sta sfruttando “le scarse opportunità di crescita economica che la Nigeria garantisce ai suoi cittadini e la più elevata densità di popolazione dell’intero continente”. Un binomio che può garantire un numero adeguato di individui fortemente attratti dalle ambigue e rischiose promesse fatte loro dai funzionari del Cremlino.