Le indagini sulla morte di Chiara Jaconis, la 3oenne turista padovana centrata da un pezzo di una statua caduta o lanciata da un balcone mentre passeggiava nei Quartiere spagnoli a Napoli, sono in corso. Polizia e pm stanno ora cercando di capire come sia precipitata la statuina ritraente una antica divinità pagana da 10 metri di altezza e che si è infranta su un balcone: l’appartamento è stato individuato. Un pezzo dell’oggetto ha colpito e ferito mortalmente alla testa la donna. La statua, di circa due chili, non sarebbe caduta accidentalmente ma potrebbe essere stata lanciata per errore dalla finestra di un appartamento al terzo piano, all’interno del quale c’erano diverse persone, tra cui anche alcuni minori. L’ipotesi è che sia stata lanciata da due bambini ma ancora da verificare. Al momento il fascicolo per omicidio colposo è senza indagati.

Una ricostruzione compatibile con quanto ha dichiarato il fidanzato della ragazza, il quale ha raccontato di aver avuto l’impressione che quello che ha colpito Chiara non fosse l’unico oggetto caduto dal cielo. In un video si vede la coppia camminare: lui trascina una valigia, lei che gli cammina accanto. Poi l’oggetto che la colpisce, la 30enne che stramazza a terra e l’uomo che immediatamente cerca di soccorrerla.

I genitori intanto si sono detti contrari all’autopsia e il padre Gianfranco, amministratore di condomini molto noto a Padova, si è presentato davanti alle telecamere per ringraziare i medici dell’ospedale del Mare. “Avevo qualche pregiudizio verso questa città – ha ammesso – Per cui pensavo di arrivare in un ospedale fatiscente. Ho trovato, invece, un bellissimo ospedale ma soprattutto medici e paramedici che hanno dimostrato tutta la loro umanità, oltre alla loro professionalità, e sono entrati nel mio cuore. Li voglio ringraziare pubblicamente, devono essere orgogliosi di quello che sono, sono stati fantastici”.

Chiara Jaconis, dopo la maturità a Padova aveva studiato economia all’università di Venezia. Poi la carriera all’estero: master specialistici in management nel settore del fashion, tra Londra, Torino e Parigi, l’avevano portata nella capitale francese, dove aveva lavorato per grandi nomi della moda mondiale, da Moncler a Givenchy, da Louboutin, a Prada. Nel suo profilo professionale si definiva “appassionata, affidabile, grande lavoratrice” e amante della cultura francese. Tra le sue passioni, il settore della moda di lusso, appunto, il cibo salutare, l’attività fisica.

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