La commissione d’inchiesta sul Covid è affare solo del centrodestra. La maggioranza ha votato da sola il presidente dell’organismo che dovrà indagare sulla gestione della pandemia da parte del governo. A guidare la commissione sarà Marco Lisei, senatore di Fratelli d’Italia, molto attivo in Emilia Romagna sul tema del coronavirus e della sua gestione da parte di Comune e Regione. Tra le sue iniziative l’organizzazione di fiaccolate contro il lockdown notturno della primavera del 2021 quando il virus tornò a picchiare duro. Al momento dell’elezione di Lisei Pd, Verdi-Sinistra e Azione non erano presenti (per scelta), mentre non hanno partecipato al voto anche se in Aula i rappresentanti del M5s e tra questi l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, bersaglio grosso del lavoro della commissione nelle intenzioni di chi la sostiene. Lo stesso ha fatto Italia Viva che però è stato tra i partiti che ha proposto l’istituzione della commissione. Lisei non vuole perdere tempo, dice: “I lavori devono partire, c’è una legge istitutiva della commissione e ci sono le famiglie di 200mila morti che aspettano delle risposte. I lavori partiranno questa settimana al di là delle diverse posizioni politiche”. Alla faccia dell’equilibrio anche il vicepresidente sarà di Fratelli d’Italia, il deputato Francesco Ciancitto. Il segretario sarà invece di Forza Italia, Stefano Benigni. Esulta il senatore della Lega Claudio Borghi: dell’elezione di Lisei “ne sono molto contento e sono convinto che sarà un ottimo presidente”.
“Credo che la commissione sia stata male impostata – ha spiegato Conte – non si fa un’inchiesta seria se si tengono fuori le Regioni che hanno avuto la grande parte in questa emergenza pandemica. È una presa in giro degli italiani, ma siccome noi del M5s abbiamo rispetto delle istituzioni e io non ho nulla da nascondere, sono qui per dare comunque un contributo nell’interesse generale affinché cose del genere non succedano più, per non ritrovarci ancora una volta impreparati in un futuro che non ci auguriamo”. Conte ha deciso a sorpresa di partecipare alla prima seduta della commissione, rompendo così il fronte dell’Aventino su questa commissione. Con il leader M5s anche il deputato Alfonso Colucci. Un cambio in corsa – sostituiscono il capogruppo Francesco Silvestri e la deputata Vittoria Baldino – comunicato alla vigilia del voto sul presidente dalla vicepresidente di turno della Camera Anna Ascani. Pd e Verdi-Sinistra hanno motivato la loro assenza col fatto che dal lavoro della commissione – per decisione del centrodestra – saranno esclusi approfondimenti sulla gestione sanitaria da parte dei presidenti di Regione (e di problemi, come hanno raccontato tutti i giornali del mondo, ce ne sono stati in questo senso). Un’argomentazione portata avanti da mesi tanto da proporre anche una proposta di legge correttiva di quella che ha istituto la bicamerale sulla pandemia. Ennesima mossa ostruzionista, replica il centrodestra che ad agosto ha rotto gli indugi: in zona Cesarini, con la pausa estiva alle porte, è arrivato l’annuncio dei 30 nuovi commissari. “Più che un luogo di garanzia nasce oggi un tribunale politico che le forze di governo intendono utilizzare a proprio piacimento per colpire le opposizioni con sentenze già scritte” dice la capogruppo democratica alla Camera, Chiara Braga. Si tratta, aggiunge, di “un’inaudita forzatura perché è il tentativo della maggioranza di mistificare la realtà dei fatti” che “ha l’obiettivo di creare una versione alternativa degli eventi, con l’unico scopo di attribuire colpe e responsabilità politiche a chi allora aveva la responsabilità di quelle scelte e che oggi per la maggioranza è solo un avversario politico”.
Contentissimi, invece, nel centrodestra. Le rassicurazioni arrivano per esempio da Licia Ronzulli che peraltro ha avuto posizioni rigorose su misure di contenimento e vaccini. “Questa commissione non è e non vuole assolutamente essere un tribunale o un’inquisizione – giura -. Soprattutto non è una commissione ‘no vax’. Il nostro obiettivo è far luce e verificare se siano o meno stati commessi errori durante l’emergenza Covid, per evitare che in futuro possano essere ripetuti”. Di eventuali errori delle Regioni, che hanno ampie deleghe in materia di sanità, la domanda rimarrà invece sospesa. Su questo Forza Italia e Fratelli d’Italia la pensano alla stessa maniera: “L’emergenza Covid – sottolinea il capogruppo al Senato del partito di Meloni, Lucio Malan – ha avuto un impatto oggettivamente senza precedenti sulla sanità, sulla vita degli italiani, sull’economia reale, sulle finanze pubbliche e sulle norme. Non ragionare sulle modalità con cui tutto questo è avvenuto, su come è stata affrontata l’emergenza, per fare tesoro sia di quanto è stato fatto bene sia degli errori per evitarli in un possibile futuro, sarebbe a mio avviso irragionevole e irresponsabile”.