Salute

Covid, settembre porterà risposte? Causa legale e Commissione, cosa attendono i familiari

Dopo tempi di duro lavoro si aspetta settembre per avere i preziosi frutti. La vendemmia è infatti l’atteso momento in cui i grappoli maturi vengono raccolti e trasportati in cantina per iniziare il processo di vinificazione che trasformerà il mosto in vino. Avremo gli stessi frutti ed otterremo le risposte attese anche per la gestione politica della pandemia dopo quattro anni? Vedremo. Noi continuiamo a cercare di non far perdere la memoria.

Per questo vi ricordo che settembre è sicuramente un mese importante.

Il giorno 18 la Commissione parlamentare sulla gestione del Covid finalmente aprirà i lavori dopo un ostruzionismo di chi non dovrebbe averlo. Se come sbandierano quasi quotidianamente pensano di aver fatto tutto bene che problema hanno a discuterne? E non deve essere un problema politico visto che, all’epoca, il governo era di centrosinistra ma il governo locale, nella Regione Lombardia quella che è stata colpita maggiormente in rapporto alla popolazione, era di centrodestra.

Credo si debba chiarire. Credo soprattutto si debba fare, sulle ceneri del passato, in modo tale da non essere impreparati nel futuro come lo siamo stati con una risposta “caotica, improvvisata e creativa” come ha detto Francesco Zambon. Già, Francesco Zambon, uno dei pochi che la Commissione parlamentare dovrebbe ascoltare e chiedere di essere presente ad ogni riunione. In fondo solo parlando ed ascoltando, chi ha voce giusta per parlare, si può migliorare e sperare di avere una risposta più attenta ad un futuro attacco virale.

Le audizioni del 2023 dovranno essere ripetute e ad esse si dovrà dare una risposta politica certa, non sbandierata dal colore. Per cui la Commissione bicamerale sul Covid è stata convocata, di concerto tra Camera e Senato, per mercoledì 18 settembre alle 8,30 a palazzo San Macuto per la sua costituzione. Sono stati i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, ad indicare i componenti dell’organo in quota opposizioni, dal momento che i partiti di minoranza non avevano indicato i loro nomi. Cosa avranno da temere? L’ostruzionismo può far bene alla verità vera?

Altro giorno importantissimo solo una settimana dopo, il 25 settembre, quando, a Roma, il giudice civile, Mario Tanferna che ha in mano la causa dal dicembre 2020, deve decidere sull’ammissione delle prove mentre il Giudice per le Indagini Preliminari, Anna Maria Gavoni, dovrà decidere, entro il 3 ottobre, se archiviare qualunque procedimento mandato da Bergamo a Roma oppure fare l’imputazione coatta e mandare a processo molte persone che nel periodo acuto pandemico erano nella stanza dei bottoni.

Noi siamo ad attendere le tante risposte che devono essere date a tutti i cittadini italiani ed in particolare a tutti quelli che hanno sofferto le perdite di familiari che forse avrebbero potuto essere salvati. Per questo ho deciso di far parte come consigliere della Associazione dei familiari delle vittime Covid e di lottare con loro perché non si dimentichi quello che ci è successo e che si proponga qualcosa di nuovo e di utile perché non si ripeta un tale flagello.

Proprio nell’ultimo direttivo ho imparato da un’altra consigliera, Valeria Mastri, che a Pesaro hanno dipinto un murale per ricordare le vittime del Covid e chi è stato in prima linea ad affrontare la pandemia. Un’opera di circa 40 metri, divisa in 7 spot, realizzato dall’artista Antonio Cammarano, in arte “Cubo Liquido”, posizionato di fronte ad uno dei luoghi simbolo della lotta al covid: l’ospedale San Salvatore sul muro della caserma in via della Liberazione. Un simbolo, un nome ed un programma. “Tornare indietro a quei giorni è sempre doloroso, anche se – mi dice Valeria – da quel periodo, con il dolore, ho imparato a conviverci quotidianamente, non solo per la violenza dello strappo ma anche per ciò che abbiamo vissuto”.

Dobbiamo tutti liberarci, per continuare a vivere, senza dimenticare, ponendo la parola fine dopo aver trovato la verità storica, politica e umana. Solo allora potremo brindare nei “lieti calici”.