Doveva tenersi oggi alle 13 l’udienza in merito all’accusa di circonvenzione d’incapace, che vede imputato Andrea Piazzolla in concorso con il ristoratore Antonio Salvi, per aver fatto da intermediario con la casa d’aste Colasanti al fine di vendere circa 350 beni di proprietà di Gina Lollobrigida, tra dipinti, arredi e oggetti d’arte, in un’asta che doveva tenersi nel maggio 2020, ma che alla fine non si è mai svolta. Invece, a causa del cambio del giudice monocratico, che quindi non sarà più Alberto Caprioli, tutto è stato rinviato a febbraio.
Rinviata quindi la testimonianza di Tiziana Rocca, amica dell’attrice, che aveva dichiarato al Corriere di “non essere sorpresa dal testamento“. La direttrice di festival e produttrice di eventi, nonché organizzatrice del funerale della Bersagliera, a pochi giorni dalla notizia in cui si rendeva pubblica la volontà messa nero su bianco da Lollobrigida, morta il 16 gennaio 2023 all’età di 95 anni, di lasciare il suo patrimonio all’ex assistente Andrea Piazzola, diceva: “Legittima a parte, desiderava che le sue opere fossero patrimonio di tutti, in tutto il mondo. Spero possa essere esaudita”, ricordandola come “una donna dal carattere esplosivo, determinata. Se voleva un cosa non c’era verso di togliergliela dalla testa”.
E rinviata anche la deposizione di Francesco Ruggiero, cardiologo e medico curante negli ultimi 14 anni di Gina Lollobrigida, il quale, già durante l’altro processo a carico di Piazzolla (per il quale a novembre è stato condannato a tre anni in primo grado), aveva testimoniato che, al termine delle visite mediche, in più di un’occasione, l’attrice gli avesse detto esplicitamente: “Mi voglio vendere tutto, mio figlio non deve avere nulla“. Non solo, il professore in aula aveva raccontato anche che Lollobrigida aveva con Piazzolla “un rapporto di collaborazione, anche affettivo, come un nipote acquisito. Lei era caparbia, ma era totalmente in grado di intendere e di volere“.
Due testimonianze, quelle di Rocca e Ruggiero, che avrebbero probabilmente alleggerito la posizione di Piazzolla. Lui stesso, già durante l’ultima udienza, aveva annunciato che oggi avrebbe depositato un audio inedito di Gina Lollobrigida e rilasciato dichiarazioni spontanee – anticipate al Fattoquotidiano.it – a proposito della “totale mancanza di fiducia nel sistema giudiziario” da parte dell’attrice, atteggiamento che spiegherebbe perché nel maggio 2021 davanti alla pm Laura Condemi, la Bersagliera abbia negato con sdegno di aver mai voluto vendere le sue opere. Andrea Piazzolla insiste molto sulla lucidità della sua amica e assistita e contesta con forza non solo la nomina di un amministratore di sostegno – l’avvocato Stefano Agamennone – ma anche l’estromissione dal processo (quello per circonvenzione d’incapace a carico di Piazzolla, con Andrea Milko Skofic, figlio della Lollobrigida, come controparte, ndr) dell’attrice stessa, nonostante “nell’udienza del 15 maggio 2020, il gip Emanuela Attura avesse dichiarato di non ravvisare alcun ostacolo a che la persona offesa (attrice e artista di fama internazionale, la quale, come è ben noto, non condivide le decisioni assunte a sua tutela), potesse seguire l’andamento del processo a mezzo di un difensore da lei nominato”, scrive Piazzolla della sua dichiarazione.
E ancora: “Le vicende accadute alla signora Lollobrigida rappresentano solo la punta dell’iceberg di gravi problemi che hanno già trasceso la nostra legislazione – spiega ancora l’ex assistente nel suo scritto – Malgrado le migliori intenzioni dei migliori magistrati, alcuni di loro paiono mossi dalla chiara intenzione di umiliarci. La memoria della signora Lollobrigida esige da questo tribunale che venga fuori con trasparenza la verità riguardo questa triste vicenda, che ha addolorato una donna che non meritava questa fine“, conclude. Appuntamento quindi a febbraio, per una vicenda ancora molto lontana dalla sua conclusione.